La famiglia Catamo denuncia gravi ingiustizie nella chiusura del Quartiere Latino

n seguito alla chiusura del Quartiere Latino e alla vicenda legale che ne è derivata, la famiglia Catamo, proprietaria della storica discoteca, ha deciso di rendere pubblico un comunicato per chiarire la propria posizione e denunciare quelle che ritiene essere gravi ingiustizie. Il comunicato, riportato integralmente di seguito, si rivolge non solo all’opinione pubblica, ma anche alle istituzioni, in particolare al Prefetto, affinché intervenga in una vicenda che appare paradossale e carica di interrogativi.

 

 

“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.

Nessun Sindaco e nessun Giudice può negare l’esercizio di un’attività imprenditoriale, se non per fatti veri, accertati e gravi, riguardanti la Pubblica Incolumità. Se le leggi e le norme attualmente in vigore fossero applicate rigorosamente, non saremmo costretti a scrivere questi post per chiedere giustizia ancora una volta.

Già nel 2020 il Sindaco aveva tentato di chiudere il Quartiere Latino, sostenendo che l’agibilità, risalente al 1994, fosse ormai datata e che fosse necessaria una nuova richiesta. Quel tentativo, che aveva causato enormi disagi all’attività imprenditoriale, fu vanificato grazie alle pronunce dei Giudici penali e amministrativi. Dal 2022, il Sindaco Piccione ha cercato di bloccare l’attività, inventando presunti abusi edilizi per giustificare la revoca dell’agibilità rilasciata dalla Commissione Provinciale nel 1994, convocando così la Commissione Comunale sotto la sua presidenza.

 

L’08.08.2020, il G.I.P. non convalidò il sequestro preventivo disposto dalla P.M. il 05.08.2020, basato sulla presunzione che “l’agibilità del locale, a distanza di oltre 25 anni dal rilascio della prima licenza, necessitasse di una verifica e di una nuova agibilità”. Il G.I.P. ordinò la rimozione dei sigilli e la restituzione della discoteca ai legittimi proprietari, dichiarando che “l’agibilità di una struttura è un titolo permanente e non ha una scadenza normativamente stabilita in assenza di modifiche strutturali”.

Il 18.09.2020, il provvedimento di dissequestro e restituzione del Quartiere Latino venne confermato dal Tribunale del Riesame.

Il 22.04.2022, la Sentenza di Merito del T.A.R. Lecce n.629/2022 stabilì che: “Come condivisibilmente affermato dal G.I.P. presso il Tribunale Ordinario di Lecce, il verbale di agibilità della Commissione Provinciale di Vigilanza del 4 agosto 1994 conserva permanente validità ed efficacia; peraltro, non risultano apportate modifiche alla situazione di fatto.”

Di conseguenza, la validità dell’agibilità del 1994, in assenza di modifiche strutturali, non è una convinzione della famiglia Catamo in contrasto con quella del Comune, ma una deduzione confermata da sentenze del G.I.P., del Tribunale del Riesame e del T.A.R.

Nonostante la normativa preveda che l’agibilità sia permanente in assenza di modifiche strutturali, il Giudice Rizzo, nell’Ordinanza di Archiviazione, afferma: “È comprensibile che il Comune, a distanza di oltre 25 anni dal rilascio dell’agibilità, abbia voluto il sopralluogo della Commissione Comunale al fine di ottenere una nuova Agibilità” e ancora “gli interventi di aggiornamento e di manutenzione rendevano legittima la richiesta del Comune di un nuovo sopralluogo”.

Queste considerazioni non sono condivisibili, poiché non esiste una norma che stabilisca la scadenza dell’agibilità, la quale resta valida in assenza di modifiche strutturali. Se il Comune avesse riscontrato inefficienze negli interventi di aggiornamento e manutenzione (come la verifica periodica della messa a terra, la ricarica degli estintori, ecc.), avrebbe potuto avviare un procedimento di revoca dell’agibilità.

 

Nel 2022, per non ottemperare alla Sentenza del T.A.R. e consentire la riapertura del Quartiere Latino, il Comune di Sannicola ha iniziato a tracciare un percorso di false verità. Nonostante la presenza di documenti meticolosamente archiviati in Comune, ha richiesto documenti già depositati in Prefettura per giustificare un sopralluogo della Commissione Comunale di Vigilanza, affermando che vi fossero differenze sostanziali come “la soppressione di un’uscita di sicurezza in corrispondenza dell’area bar, chiusa da murature, e la trasformazione di una fontana in piscina”. Queste presunte violazioni edilizie sono state smentite da perizie giurate e dal sopralluogo congiunto del Consulente Tecnico nominato dalla Procura di Lecce e dalla G.d.F. di Gallipoli il 29.03.2023.

 

Il Sindaco Cosimo Piccione e la sua maggioranza, durante una serata trascorsa nel privé del Quartiere Latino il 29 agosto 2019, ebbero modo di verificare di persona lo stato dei luoghi. Tuttavia, nella sua Ordinanza di Archiviazione, il Giudice Rizzo sottolinea un presunto comportamento contraddittorio da parte mia, che “pur mostrandosi disponibile a sopralluoghi da parte dei Vigili del Fuoco, del responsabile del Settore Urbanistica e del Comandante della Polizia Locale, avrei assunto un atteggiamento ostile ai sopralluoghi da parte della Commissione Comunale”.

Il Giudice non menziona le mie richieste di sopralluogo alla Commissione Provinciale inoltrate nel 2020 e nel 2023, specificando che tali richieste furono fatte senza accettare i diktat del Sindaco Piccione.

 

I miei genitori mi hanno insegnato il rispetto per il proprio e l’altrui lavoro, perché, nonostante i sacrifici, consente di essere liberi, di non scendere a compromessi, di non piegarsi di fronte a imposizioni illegittime, e soprattutto, di non avere mai paura della verità.

Non posso non affermare che siamo l’unica discoteca che da oltre trent’anni non paga tangenti, non ha mai appaltato parcheggi a soggetti di dubbia moralità, e non ha mai utilizzato personale di sicurezza senza il relativo Decreto Prefettizio. Non abbiamo mai richiesto, tantomeno più volte nella stessa serata, l’intervento del 118 per clienti a rischio coma etilico, né l’intervento delle forze dell’ordine per risse continue. Non ho mai sbancato dune, appiccato fuochi dolosi, né sconfinato in proprietà altrui. Non sono mai stata oggetto di ordinanze di demolizione per abusi edilizi, né ho beneficiato di ordinanze annullate dal T.A.R. o di sentenze mai appellate al Consiglio di Stato. Mi chiedo come il Sindaco Piccione possa aver garantito la Pubblica Incolumità consentendo il parcheggio su una Strada Provinciale ad altri locali, mentre per il Quartiere Latino sbandierava il rischio di incidentalità stradale.

 

Se tutto questo ha un senso, evidentemente non lo è né per la magistratura, che decide di non approfondire le mie “doglianze”, negandomi addirittura l’ascolto, né per la Prefettura, che preferisce dar voce al Comune nonostante le falsità acclarate, anziché decidere in autonomia disponendo di una Commissione Sovraordinata rispetto a quella Comunale. Mi scuso se questo sfogo dovesse apparire irrispettoso, ma ho sempre creduto nella certezza del diritto, che in questo momento mi viene costantemente negato.

Non ho ostilità personale verso l’allora Sindaco Piccione, ma ho enormi difficoltà ad accettare che chiunque cerchi di prevaricare le regole poste alla base e a garanzia della legalità.