ECCO SPIL(L)O, LA PALINA PER SEGNALARE PERCORSI INEDITI E ATTIVITÀ COMMERCIALI

Il progetto è finanziato dal Duc. La palina ha una anima polifunzionale ed è ecosostenibile

Indicazioni per “legare” i percorsi tra chiese, monumenti e aree meno note e poco frequentate, ma anche spazio alla visibilità per le attività commerciali del centro storico. Il Duc (Distretto Urbano del Commercio) finanzia un’azione significativa di riqualificazione del cuore antico della città, cioè l’installazione di una ventina di paline segnaletiche che serviranno a “guidare” i percorsi dei turisti tra i siti architettonici e culturali, i varchi, gli spazi di socialità e a indicare la direzione per negozi o punti servizi. L’installazione delle paline è stata ultimata negli ultimi giorni sulla base di un progetto dell’ingegnere Cristiana Lisi, dell’architetto Fabio Fiorito, e del product designer Davide Fiorito (le paline sono state fornite da Fraraccio Store). Si tratta di una iniziativa congiunta dell’assessorato al Turismo e al Marketing territoriale guidato da Giuseppe Alemanno e del consigliere delegato al Commercio e alle Attività produttive Lelè Manieri.

Il progetto si chiama Spil(l)o, etichetta che contiene due parole molto significative: una, italiana, “spillo”, oggetto che si associa facilmente alle paline, con cui i progettisti hanno cercato di unire sul “tessuto” del centro storico, siti e itinerari, noti e soprattutto meno noti; l’altra, dialettale e quindi fortemente identitaria, “spilo”, che significa voglia o desiderio e che è, da un lato, quello di scoprire o riscoprire il centro storico nella sua anima più profonda, dall’altro, quello dei desideri di un oggetto o di cibo, che le indicazioni commerciali delle paline possono soddisfare.
Oltre alla loro indubbia valenza funzionale, l’idea alla base delle paline segnaletiche è quella innovare un elemento di arredo del centro storico, migliorare l’immagine generale percepita da parte dei turisti, migliorare l’immagine generale da parte degli abitanti che vivono quotidianamente il centro storico, infine mitigare l’impatto negativo dovuto a elementi di segnaletica o arredo urbano che si rivelano ormai incongruenti.
Le paline segnalano non solo i siti più importanti come il castello o piazza Salandra, ma anche luoghi un po’ più secondari come piazzetta Sant’Antonio o il Giardino botanico, con l’obiettivo di valorizzare le piccole aree che attualmente sono fuori dal flusso di attraversamento turistico, oltre che gli accessi non principali, come quelli di Santa Sofia, delle Anime, di Santa Lucia, delle Clarisse e dei Paolotti. Inoltre, la palina serve a informare i visitatori della presenza di bar, ristoranti, negozi o punti servizi. Oltre agli elementi testuali descrittivi, infatti, un QrCode permette di “approdare” con lo smartphone sui siti web delle attività stesse o sui rispettivi account social (in modo da approfondire ed eventualmente scegliere gli acquisti con maggiore consapevolezza). Il coinvolgimento dei commercianti è uno dei profili chiave del progetto, in quanto ritenuti i veri “attori” di quest’area della città. L’amministrazione comunale siglerà un protocollo d’intesa con l’Unione Commercianti Nardò e marine, utile alla selezione delle attività che occuperanno gli spazi sulle paline.
Non solo, ogni palina (ecosostenibile e di forma e colore che non disturbano la percezione dei monumenti e dell’ambiente urbano in genere), è stata pensata per essere facilmente smontata qualora esigenze di utilizzo degli spazi urbani impongano la rimozione delle stesse. È capitato spesso, ad esempio, in occasione delle riprese di produzioni cinematografiche o di grossi eventi musicali. Inoltre, la sommità della stessa ha una polivalente natura funzionale, infatti può essere “agganciata” ad un elemento luminoso, a una bandiera, ecc.
“Queste paline – evidenzia l’assessore al Turismo e al Marketing territoriale Giuseppe Alemanno – sono un elemento molto elegante e funzionale di arredo urbano. Vogliamo incentivare l’idea del muoversi a piedi nel centro storico in maniera attiva, cioè immersi nell’architettura ma aperti all’esperienza interattiva e sociale attraverso l’uso di tecnologie innovative e di materiali a ridotto impatto ambientale. Spesso i dettagli fanno la differenza”.
“Le paline – aggiunge il consigliere delegato al Commercio e alle Attività Produttive Lelè Manieri – permettono di valorizzare piccole aree attualmente fuori dai più comuni flussi turistici o le stesse attività del centro storico. Naturalmente, riportando le persone su quelle aree l’auspicio è quello di riportare anche gli insediamenti di piccole attività produttive o commerciali. In generale, le paline, rappresentati come degli “spilli”, fanno bene all’immagine della città”.
Il progetto è stato realizzato grazie al successo del Duc e la sinergia con l’associazione commercianti Nardò e Marine, con il delegato alle attività produttive Lelè Manieri che ha espresso grande soddisfazione per l’iniziativa.