Prima Puntata: L’Approvazione Silenziosa del 1975 e i Personaggi Assenti
La storia di Porto Selvaggio è lunga e complessa, tanto che è impossibile racchiuderla in un solo articolo. In questa prima puntata, esploriamo l’approvazione silenziosa della lottizzazione nel lontano 1975. Chi erano i protagonisti assenti in quel cruciale Consiglio Comunale, e quale fu la reazione della cittadinanza?
Prossimamente: Le Ombre del 1978 e la Nascita dei Falsi Storici
In una cittadina in cui l’illuminazione è scarsa, diverse figure “interessate” del passato hanno facilmente dipinto Porto Selvaggio con descrizioni inveritiere, falsi storici e pseudoeroi privi di merito.
Erroneamente, alle generazioni più giovani è stata tramandata la falsa verità che colloca il 1978 come il momento in cui la Democrazia Cristiana tenta di lottizzare Porto Selvaggio, con i partiti dell’opposizione pronti a combattere contro tale nefandezza.
E no!
Già nel lontano 1975, con grande indifferenza da parte di tutti, il Consiglio Comunale di Nardò approvò la lottizzazione senza alcuna contestazione o presa di posizione popolare, che si verificò invece nel 1978.
Il 23 marzo 1975, il compianto Barone Fumarola presentò al Comune di Nardò un piano di lottizzazione per la zona di Porto Selvaggio, insieme alla relativa convenzione.
Il Consiglio Comunale, con delibera n.355 del 26 marzo 1975, approvò il c.d. “Piano di Lottizzazione Porto Selvaggio Alto e Piano di Lottizzazione Porto Selvaggio Mare”.
Nella stessa seduta, con delibera n. 356, venne approvato il Piano di Lottizzazione “Portoselvaggio a mare” e la relativa convenzione.
In quell’importante Consiglio Comunale, tre rappresentativi consiglieri socialisti e due comunisti erano stranamente assenti, mentre i restanti membri dell’opposizione, anziché abbandonare i lavori, rimasero seduti con un voto contrario e una sola astensione, consentendo alla zoppicante Democrazia Cristiana, che non aveva la maggioranza assoluta in quella legislatura, di approvare la lottizzazione.
La lottizzazione fu dunque approvata, ma come se non lo fosse stata!
Si verificò, tuttavia, un caso fortuito.
Le due delibere inviate alla Sezione Provinciale di Controllo e alla Soprintendenza ai Monumenti e Gallerie di Puglia diedero il via ad una lungaggine procedurale che, per un vizio di forma, si concluse con un annullamento il 16 giugno 1978.
Lo stesso giorno, il Barone Fumarola ripresentava il progetto di insediamento edilizio unendo i due ex piani con il nome “ piano di lottizzazione di Porto Selvaggio “ che fu portato con urgenza in Consiglio Comunale nella seduta del 28 novembre 1978.
Orbene ! ! !
Nell’arco temporale di 3 anni cosa accadde che indusse le forze dell’opposizione a cambiare atteggiamento dinanzi ad una questione così emblematica per la nostra Città? ? ?
Dall’ignavia più completa del Consiglio Comunale del 1975 ad una vera e propria barricata di Palazzo Personè nel 1978 ! ! !
Frate Augustino, all’epoca, era a Roma quale capo di gabinetto dell’allora potentissimo Segretario Nazionale della Democrazia Cristiana Benigno Zaccagnini.
Tutto da Lui passava e di cose ne sentiva tante.
Accadde un episodio che ebbe riflessi nazionali e che toccò anche la nostra Città, con una strana dinamica e con protagonisti ben precisi e che ebbe molta pertinenza sull’argomento.
Su ciò Frate Augustino non si sofferma non per paura dei viventi ma per un umano “rispetto” a chi non può più affrontare un contraddittorio.