REGOLAMENTO REG. CONTROLLO RANDAGISMO, BRUNETTI (MRS): “REGRESSIONE SOCIO-CULTURALE”

Nota di Antonella Brunetti, responsabile dipartimento creature non umane di Brindisi del Movimento Regione Salento

“La Regione Puglia, in data 19 Giugno 2023 ha approvato lo schema di Regolamento attuativo della legge sul controllo del randagismo, anagrafe canina e protezione degli animali d’affezione.
Tale regolamento tuttavia, se definitivamente approvato, sarebbe abbondantemente in conflitto con quanto previsto invece dalla Legge 281/1991, il che lo renderebbe impugnabile per illegittimità costituzionale (art.56 Costituzione Italiana).
Il Regolamento prevede infatti che le colonie feline non potranno essere situate nelle aree delle strutture sanitarie di ricovero, residenziali, semiresidenziali o ambulatoriali, non potranno essere situate nelle scuole dell’infanzia ed elementari, né nelle strutture penitenziarie.
È fatta deroga per piccoli gruppi di gatti, tenuti sotto stretto controllo veterinario.

Tali provvedimenti andrebbero a ledere innanzitutto il benessere delle migliaia di gatti che popolano le aree suddette, dato che in trent’anni non si è fatto nemmeno il minimo indispensabile per provare a contrastare il randagismo, e gli stanziamenti felini spontanei si sono ovviamente concentrati laddove vi fosse una comunità di persone ad accudirli.
Ai gatti liberi verrebbe meno proprio quella ‘libertà’ tutelata dalla L.28191.
È inoltre vero che, nella totalità dei luoghi coinvolti nel divieto, vi sono servizi sanitari, educativi, di lunga degenza o rieducativi, in cui l’accudimento, il contatto e l’intera relazione intrapresa con i gatti, rappresentano già oggi una risorsa educativa e/o terapeutica, oltreché un’opportunità di divulgazione dei diritti animali e della loro tutela.

Il Regolamento, con questi provvedimenti, rappresenterebbe strumento di diseducazione sociale, andando inoltre a rinforzare quelle folkloristiche credenze e superstizioni popolari, ancora diffusissime sul territorio, che oggi rappresentano troppo spesso il movente dei continui abbandoni, che nutrono il fenomeno del randagismo, già oltremodo dilagante.

Ci chiediamo altrettanto, quali  siano i criteri scientifici e sanitari alla base di tali provvedimenti, dato che la convivenza delle comunità suddette, con colonie feline censite e controllate, non ci risulta possa generare pericoli igienico-sanitari per le persone.

Infine non si pone in alcun modo attenzione sulla gestione dei gatti eccedenti il numero consentito, a partire dai danni che subirebbero gli stessi gatti venendo trasferiti, fino allo stabilire dove mai si possano portare centinaia di gatti, in città già sature di colonie feline non censite, né gestite da alcuno.
Ci chiediamo quindi, come intenda la Regione agire sui numerosi gruppi di felini che stanziano nelle aree suindicate.

Interessante notare come tali provvedimenti siano stati definiti azioni a ‘protezione dei gatti’, tanto che ci si chiede seriamente, in che modo la violazione del principale diritto sancito dalla L. 281/91, diritto dei gatti liberi di vivere nel territorio che hanno insediato spontaneamente, possa rappresentare un azione a loro ‘protezione’.

Tale Regolamento, nella specifica sui felini, rappresenterebbe una regressione socio-culturale  in barba all’evoluzione del senso comune e dei processi di valorizzazione del rapporto uomo-animale”.