In occasione delle celebrazioni per la festa di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia, l’olio che alimenterà la lampada votiva che arde ininterrottamente presso la Tomba del Santo (che sarà accesa quest’anno dal Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella nella giornata di oggi, 4 ottobre 2022) sarà offerto dalla Conferenza Episcopale Italiana, attraverso Caritas Italiana. Si fa quest’anno una eccezione alla “tradizione” che vuole che l’olio sia offerto, a turno, dalle diverse regioni italiane. Il dono – 1.000 litri totali – proviene dalle diocesi di Bari-Bitonto e di Nardò-Gallipoli ed è stato reso noto ieri in Assisi durante la celebrazione del “Transito di San Francesco”.
L’olio che arriva da Nardò-Gallipoli (500 litri acquistati da Caritas Italiana per la donazione al Sacro Convento) è prodotto da “Opera Seme”, il progetto di Economia Civile, fortemente voluto e incoraggiato dal nostro vescovo Fernando Filograna, della Caritas Diocesana nell’Ambito lavoro-formazione-ecologia integrale, realizzato grazie ai fondi 8xmille che Caritas Italiana riceve dalla Conferenza Episcopale Italiana e destina alle Caritas locali. Il coinvolgimento di Opera Seme in questa esperienza, è un importante segno di attenzione verso la nostra Diocesi di Nardò-Gallipoli per il progetto che Caritas Diocesana ha attivato e che risulta essere profetico, indice di quella “caritá creativa” che Papa Francesco ha chiesto di testimoniare in occasione del 50* Anniversario di fondazione di Caritas Italiana.
Ad oggi, fanno parte della rete “Opera Seme” circa 13 aziende locali (società cooperative, imprese agricole, piccole aziende), enti locali che insistono sul territorio diocesano, scuole (di ogni ordine e grado), Università, parrocchie, associazioni, soggetti del Terzo Settore.
“È un progetto che valorizza il lavoro agricolo di qualità, forma le coscienze al rispetto del territorio, promuove il consumo critico, favorisce le alleanze tra produttori, lavoratori e consumatori”, osserva don Giuseppe Venneri, direttore della Caritas di Nardò-Gallipoli. “Avviamo opere e non servizi – precisa – perché le opere generano coinvolgimento del territorio e comprendono i servizi”.