Sono diversi i momenti che vedranno la comunità riappropriarsi del luogo di culto, così ricco di storia e tradizione: il programma avrà inizio martedì 14 giugno 2022 con una veglia di preghiera alle ore 23.00; prosegue il giorno successivo con la Celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo di Nardò-Gallipoli S.E.R. Mons. Fernando Filograna, alle ore 20.00. Giovedì 16 giugno, alle ore 20.30 saranno presentati i lavori di restauro alla presenza dei progettisti, gli architetti Giovanni De Cupertinis e Katja Maaria Huovinen e della Ditta esecutrice dei lavori, la Gaballo Restauri srl.
I lavori di restauro sono stati finanziati con i fondi dell’8×1000 alla Chiesa cattolica. Altre opere poi sono state realizzate con fondi propri della parrocchia ottenuti grazie alle generose donazioni dei fedeli animati e coordinati dal parroco don Camillo De Lazzari e dal suo vice don Marco Corvaglia, supportati dal consiglio pastorale parrocchiale e da quello per gli affari economici. Nel complesso si è proceduto al restauro e al risanamento conservativo dell’intera chiesa ed altri ambienti tra cui la sagrestia e il coro retrostante l’altare.
In particolare le opere hanno riguardato: il consolidamento dell’edificio, in particolare della volta a botte della navata e dell’arco del presbiterio; il recupero dei paramenti lapidei interni ed esterni mediante il restauro delle superfici architettoniche che ha consentito di restituire una immagine delle evidenze storiche, delle tracce e delle cromie originari eliminando alcuni elementi di superfetazione.
Al fine di ridurre l’umidità di risalita e compatibilmente con le caratteristiche dell’edificio, è stato realizzato un vespaio areato in alcuni ambienti e lungo il perimetro esterno; è stata realizzata una nuova pavimentazione e si è proceduto alla sostituzione e revisione del lastricato solare in lastre di pietra di Cursi.
L’eliminazione della nicchia realizzata in tempi recenti posta in facciata (che aveva alterato fortemente l’aspetto tipologico della chiesa cappuccina) ha permesso il ripristino della muratura antica con tufi di recupero della stessa composizione delle esistenti e con la riapertura della finestra ovale che un tempo dava luce alla navata laterale. Infine altri lavori hanno riguardato la sostituzione di tutti gli infissi presenti nell’edificio, il restauro degli altari, stucchi, decorazioni pittoriche ed intonaci, il rifacimento completo dell’impianto elettrico e la realizzazione di una illuminazione architetturale.
Oltre al dato tecnico riguardante il restauro e l’intervento specifico, è naturale evidenziare la gioia che un tale evento suscita. Nel giro di pochi anni, questa comunità parrocchiale ci ha restituito la bellezza della Chiesa dell’incoronata e ha fatto in modo di intervenire e poi di riaprre al culto la chiesa di San Francesco di Assisi. “Con cuore pervaso di gioia nel mentre ci prepariamo a vivere la solennità del Corpus Domini” – afferma mons. Filograna – dopo gli anni della pandemia, accogliamo davvero come segno di ripresa del cammino, come nuovo inizio, la riapertura della Chiesa di San Francesco d’Assisi. Sia questa una ulteriore occasione per scorgere il disegno provvidenziale di Dio nella nostra storia.
Siamo abituati ormai al grigio e al nero della cronaca, ma queste situazioni spalancano le porte alla speranza. Lì dove c’è una comunità che vive la quotidianità della fede, si mettono le premesse per un futuro che riprende i colori della festa!”. Alcuni cenni storici Vale la pena richiamare alcuni cenni storici riguardanti il complesso dei Cappuccini in Nardò che vede il suo primo insediamento già nel 1569 per volontà del duca Giovan Bernardino II Acquaviva d’Aragona.
Una volta terminati i lavori di costruzione, il convento si popolò presto di cappuccini e divenne sede di noviziato, studi e convegni. Dopo circa un secolo dalla sua costruzione il complesso monastico versa già in condizioni pessime tanto da costringere i frati, nel 1630, ad abbandonare la struttura, ormai fatiscente.
Diversi gli interventi che nel corso dei secoli lo riportarono alla sua originaria funzionalità. Nel maggio 1867 il complesso monastico venne concesso al Comune di Nardò: da qui iniziò tutto uno scambio di terreni e di strutture tra il Comune e la Curia di Nardò.