Nel 2006 Nicolò Vallese arrivò al ristorante Tacabanda di Asti per uno stage.
Il direttore della scuola alberghiera aveva chiesto allo chef Antonio De Bendetto di prendere un loro alunno per qualche mese.
«Fidati, questo è bravo e volenteroso», gli disse, «solo, ha la sindrome di Down»
Antonio si è fidato perché aveva bisogno di un ragazzo con voglia di imparare.
Ma non immaginava che quello sarebbe stato l’inizio di una vera rivoluzione.
Perché a Nicolò seguirono altri ragazzi con disabilità intellettive e l’albergo divenne il primo Albergo Etico, luogo di realizzazione professionale e vita indipendente per tutti loro.
Qualche anno dopo cominciarono a essere replicati altri alberghi etici in Italia e nel mondo e quest’anno è stato prodotto anche un documentario “Le ricette dello chef Antonio per la rivoluzione”, che ieri ho avuto modo di vedere e da cui sono rimasta affascinata.
Il progetto degli alberghi etici funziona perché favorisce non solo l’inclusione sociale delle persone con disabilità, ma anche la loro integrazione lavorativa ed emancipazione personale.
È un modello che deve essere conosciuto e replicato in ogni parte d’Italia perché si è rivelato efficace e una valida via per la costruzione di una società che non lascia indietro nessuno.
Così nascono le rivoluzioni. Con idee semplici, ma grandi.”
Così Soave Alemanno, deputata neretina del Movimento 5 Stelle e membro del Comitato per l’inclusione sociale.
Soave Alemanno
Gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle