LECCE – 79,494 tonnellate di eternit, posizionate a copertura di manufatti e capannoni situati all’interno del centro abitato di Lecce o su terreni in zone agricole sono state rimosse a partire dal gennaio 2020 nella città di Lecce. Lo comunica l’Assessorato all’Ambiente, che ha svolto negli ultimi due anni una apposita attività amministrativa e ispettiva volta alla bonifica dei siti privati contaminati.
Gli interventi più significativi sono stati eseguiti su fabbricati localizzati in via Leuca, con la rimozione di 25, 570 tonnellate di eternit, in via Gianmatteo, con la rimozione di 17,302 tonnellate, in Zona Mezzogrande, sulla Lecce-San Cataldo, con la rimozione di 11,780 tonnellate di eternit (sulla stessa via è in corso altro iter procedimentale per la bonifica di altri capannoni) e in Via del Frullino a Frigole, dove sono state rimosse 13,8 tonnellate di eternit. Si allega resoconto completo.
Per tutti gli interventi, così come stabilito dal D.M. 06/09/1994, è stato richiesto ai proprietari dei manufatti e dei capannoni le cui coperture apparivano essere costituite da eternit ed individuati grazie ad una attività ispettiva o a segnalazioni da privati cittadini, la verifica dello stato di conservazione da parte di un tecnico specializzato, con valutazione dell’indice di degrado e dell’indice di esposizione, e la determinazione quantitativa delle concentrazioni di fibre di amianto aerodisperse, con relativi rapporti di prova redatti da laboratori qualificati dal Ministero della Salute.
Nella maggior parte dei casi le analisi hanno rilevato uno stato di degrado e di pericolosità dell’eternit tale da rendere necessaria l’immediata bonifica, con la rimozione, incapsulamento o sovracopertura dell’eternit. In alcuni casi, la mancata collaborazione da parte dei proprietari degli immobili ha reso necessaria l’emanazione di apposite ordinanze sindacali motivate con l’urgenza di rimediare all’elevato rischio per la salute pubblica che le coperture in amianto, e il loro degrado, comportavano.
È infatti scientificamente provato che l’amianto a struttura fibrosa è gravemente nocivo per la salute dell’uomo, in quanto l’esposizione alle fibre di amianto, inalabili, può comportare gravi e irreversibili patologie.
“Si tratta di un lavoro senza precedenti nella città di Lecce per il quale ringrazio il personale dell’Ispettorato ambientale che ha lavorato negli ultimi due anni per garantire alla città la rimozione di questo pericolosissimo materiale, abitualmente utilizzato fino a trent’anni fa come copertura di edifici industriali o artigianali – dichiara l’assessora all’Ambiente Angela Valli – in molti casi l’ufficio ha ripreso in mano vecchi procedimenti che si trascinavano ormai da molti anni, riuscendo a porvi soluzione idonea e definitiva a salvaguardia della salute pubblica. Poiché ancora molto è il da farsi in materia di amianto, dislocato all’interno della cerchia urbana della città di Lecce, anche quest’anno il lavoro continua e sono in corso diverse procedure finalizzate alla bonifica di siti contaminati. Ringrazio anche i cittadini che con le loro segnalazioni hanno contribuito al censimento delle situazioni più rischiose. Il nostro obiettivo è giungere a una completa dismissione dell’amianto in città, così come peraltro stabilito dalla legge. Una legge che in tanti casi resta ancora inattuata”.