Forse sbaglio ma credo che fare delle domande sia comunque opportuno e concorra a fare chiarezza su leciti dubbi, soprattutto in merito al progetto di abbattimento/spostamento di un importante edificio scolastico, cardine per intere generazioni di studenti nonché presente memoria affettiva. Si parla di partecipare ad un bando per finanziare a costo zero la realizzazione di una nuova scuola a patto che vada a compensare la demolizione di un istituto desueto.
Per accedere a tale bando (pnrr) occorre dimostrare che la scuola in questione sia fatiscente e pericolosa oppure no?
Esiste il rischio di incorrere in un danno erariale?
La struttura sarà anche vecchia ma solida e agibile come tutte le scuole della città, oggetto di recenti opere conservative e inoltre sarebbe assolutamente adeguata per un intervento di efficientamento energetico che si potrebbe realizzare senza alcun esborso dalle casse comunali. L’ ecobonus del 110% vale anche per gli edifici pubblici. Riqualificazione non demolizione.
Come si intende riformulare l’ offerta scolastica nel quartiere in questione, visto che il plesso perduto sarà ricostruito in un’ altra distante zona della città?
Sarebbe giusto specificarlo prima, entrare nel merito dettagliatamente e non essere generici e vaghi.
Perché la dirigenza della scuola ha negato ufficialmente di essere stata informata per tempo e in modo chiaro ed esaustivo come invece sostenuto dall’ amministrazione?
Si poteva dare tempestivamente la notizia almeno a loro che avrebbero passato voce alle famiglie aprendo immediatamente un costruttivo dibattito, però non è stato fatto o la dirigenza scolastica forse mente?
Il parcheggio che dovrebbe prenderne il posto si può comunque realizzare da subito a pochi metri dal discusso sito, in zona stadio, offrendo giusto e veloce respiro al centro urbano.
Non si parla solo di una scuola ma di un baluardo storico, un fortino di formazione e cultura, un biglietto di presentazione della nostra comunità, attivo e con un’ ottima reputazione, una parte di noi tutti.
Non è sempre una questione di “o con noi o contro di noi”, non siamo guelfi o ghibellini, barricati sulle solite posizioni di bottega ma una comunità intera dove molte coscienze a prescindere dal 74% espresso, sono in disaccordo con questa paventata decisione o veramente si crede che non sia così?
Purtroppo non tutti si esprimono esplicitamente e questa è una cosa onestamente incomprensibile.
Dissentire, confrontarsi, chiedere, è lecito, democratico, costruttivo e poi è inutile negarlo, domani, si ricorderà per sempre che lì dove vi era una scuola, adesso c’ è un antiestetico parcheggio, sempre che sia fruito appieno come dovrebbe e che non diventi luogo di malsano ritrovo e di esibizioni a una ruota… possiamo garantire che ciò non accada?
Qualcuno, tifando dal terzo anello della curva, ha sentenziato, affermando in modo insulso che quel solo istituto non rappresenta la storia della nostra comunità, ignorando invece che è una parte molto importante di essa che ha istruito e formato tante leve di concittadini e continua a farlo con fervido e appassionato impegno. Evidentemente, invece di spostare una scuola, magari ne servirebbe qualcuna in più.
Alle certezze è sempre opportuno affiancare i dubbi oppure no?
Il dubbio non incute paura ma ci interroga e ci aiuta anche ad avere un senso del limite, a non sentirci infallibili e onnipotenti e probabilmente a prendere le decisioni migliori.
Su una cosa però si può far certo chiarezza: è via XX settembre, non via da XX settembre.
Marcello Cazzante