LECCE – Cosa e come si mangiava all’epoca dell’imperatore Carlo V? La prossima estate i visitatori del Castello Carlo V di Lecce potranno scoprirlo grazie a un progetto dedicato alla biodiversità alimentare della Soc. Coop. Meltemi in collaborazione con il Comune di Lecce.
Nella seduta di giunta di oggi, su proposta dell’assessora alla Cultura Fabiana Cicirillo, è stato approvato il progetto di realtà aumentata per la valorizzazione della biodiversità, per il quale la società Meltemi ha ricevuto da Invitalia un finanziamento a valere sul bando Cultura. Si tratta, in sostanza, della realizzazione di una piattaforma di realtà aumentata e virtuale con una sezione sulla biodiversità nel corso dei secoli che mette a confronto quanto presente nelle fonti storiche con grano, ortaggi, frutti, leguminose che esistono ancora oggi. Nel Castello, da maggio, saranno installati 6 totem informativi – uno all’infopoint e gli altri nelle sale al primo piano – dotati di codici QR tramite i quali accedere alla piattaforma e conoscere le biodiversità che, nel 1500, caratterizzavano il Sud Italia, sotto l’impero di Carlo V, noto anche per i lauti banchetti, quali fossero ortaggi e leguminose più diffusi e anche le ricette più diffuse.
Il servizio sarà gratuito per cittadini e turisti.
«Collaborando a questo progetto, l’Amministrazione comunale – dichiara l’assessora Cicirillo – intende procedere nella valorizzazione degli spazi di sua competenza del Castello Carlo V, arricchendo la visita con l’accesso a questa piattaforma di realtà aumentata e virtuale dove leccesi e turisti potranno fare un salto nel passato, grazie alle nuove tecnologie, scoprendo cosa mangiavano l’imperatore e i suoi contemporanei nel 1500. Insieme a questo progetto, sempre con la stessa società proponente e il brand Cime di rapa, ne faremo anche un altro, “I custodi dei semi”, sostenuto da Fondazione con il Sud, che prevede laboratori didattici nelle scuole primarie, con gli alunni che verranno guidati nell’apprendimento di una corretta alimentazione e di uno stile di vita sano e successivamente alla coltivazione dell’orto negli spazi aperti dei loro istituti. Un’occasione che permetterà anche ai bambini di avvicinarsi al tema della biodiversità alimentare in modo curioso e innovativo».