Di recente si sono susseguiti diversi interventi riguardanti la sanità e i servizi offerti dal Presidio Territoriale di Assistenza (PTA) di Nardò.
Osservazioni supportate a volte da suggerimenti per migliorare l’offerta sanitaria in favore dei cittadini. Un aspetto specifico che merita di essere sottolineato è quello relativo al servizio di “Neuropsichiatria Infantile”. Un settore delicatissimo perché si occupa di bambini che presentano uno sviluppo psicofisico atipico e che, pertanto, hanno difficoltà ad accrescere competenze psicomotorie o emozionali o cognitive e, nei casi più severi, tutte queste insieme. Sono situazioni per le quali la “diagnosi precoce” è fondamentale per l’individuazione del problema e per la formulazione della relativa terapia riabilitativa. Questi disturbi necessitano di interventi specialistici multidisciplinari forniti da equipe in cui devono essere presenti le figure del neuropsichiatra infantile, dello psicologo, del fisioterapista, del logopedista, del neuro psicomotricista, ecc.
Di tutto ciò, purtroppo, c’è sempre stato ben poco. Inoltre, in questo ultimo periodo, il personale è ridottissimo a causa dei pensionamenti e, nei prossimi mesi, il servizio rischia di estinguersi se non vi saranno nuove assunzioni. Sfortunatamente, il numero di bambini con bisogni educativi speciali è significativo ed in continuo aumento, con la conseguenza che, attualmente, per poter avere una diagnosi occorrono diversi mesi, tenuto anche conto che il nostro territorio dispone di un solo neuropsichiatra infantile, responsabile peraltro di due distretti, Nardò e Galatina, che annoverano ben dodici comuni!
Le famiglie e la scuola soffrono per questi ritardi perché devono dedicarsi a casi per i quali è indispensabile la diagnosi tempestiva, in una situazione, peraltro, di insufficiente personale incaricato dell’integrazione scolastica, ora di competenza degli ambiti territoriali. Alcuni casi più problematici e gravi necessitano di altre figure (OOSS ed educatori), oltre a quella dell’insegnante di sostegno nominata dal Ministero dell’Istruzione, in assenza delle quali le famiglie, per aiutare il proprio bambino, sono costrette molto spesso a rivolgersi a professionisti privati sostenendo spese importanti.
Tenuto conto che la situazione di cui sopra riguarda soggetti fra i più deboli, le autorità sanitarie e gli enti locali hanno il dovere di affrontare e risolvere, ciascuno per gli aspetti di propria competenza, queste problematiche, anche destinando fondi ad hoc nelle dotazioni degli ambiti territoriali e dell’ASL e progettando, nel medio periodo, utilizzi confacenti nella gestione dei fondi del Recovery Plan.
Carlo Falangone, Daniele Piccione, Lorenzo Siciliano, Consiglieri comunali Nardò