GIUSEPPE GRECO
Questa è la sintesi, forse brutale, del risultato elettorale della galassia antimelloniana, sepolta dagli oltre 15 mila voti ottenuti dalla coalizione di Pippi Mellone. La partita, di fatto, non c’è mai stata. Falangone, Ronzino e Frasca hanno perso pesantemente e questo non può non avere ripercussioni sul futuro politico non solo dei tre candidati sindaci sconfitti, ma anche di molti, illustri, candidati consiglieri e soprattutto dei progetti e pseudo progetti che hanno cercato di mettere in piedi. Perchè è vero che nella vittoria eclatante del sindaco uscente ci sono cinque anni di ottimi risultati amministrativi e una città stravolta e rinnovata (oltre che un diluvio di cantieri aperti e da aprire), ma c’è anche il vuoto desolante di una controproposta politica ed elettorale.
Se per tutto questo tempo riduci la contrapposizione a Mellone allo slogan “è brutto, sporco e cattivo” (abbiamo edulcorato, gli slogan sono stati infinitamente più cattivi e volgari), poi non puoi pensare di aver costruito su questo l’alternativa. Senza uno straccio di idee concrete e di uno slancio costruttivo. Se per cinque anni fai affidamento alle pagine fake di personaggi discutibili che ammiccano alle procure e agitano costantemente spettri manettari, poi non puoi pretendere che i neretini all’improvviso credano a tutto questo folklore, scaricando un sindaco e un’amministrazione così capaci. Se per cinque anni l’agenda dell’opposizione è dettata da guru del “giornalismo” annoiati dal tram tram della vita quotidiana e accecati dall’esercizio di un piccolo potere mediatico (che, ormai è innegabile, potere non è vista la capacità nulla di condizionare gli elettori), forse è il caso di affidare le strategie a qualcuno più bravo e sereno.
Ora, ragionevolmente ci si aspetterebbe un cambio di passo. Nel 2016, all’indomani del ballottaggio, il coro rassicurante era “questi non arrivano a Natale”. Una previsione “leggermente” sbagliata. Oggi, chissà cosa diranno. Intanto, hanno ricominciato come avevano finito, soprattutto senza minimamente prendere in considerazione l’ipotesi di un’autocritica. Alle cattiverie di sempre si sono aggiunte quelle sugli elettori: la Ronzino, avvelenata dal seggio sfiorato, scrive che loro sono “ossigeno” e il 70% dei neretini è “asfalto”. Complimenti, un’analisi “serenissima” del voto. Le pagine fake sembrano un po’ stordite in queste ore, ma riaccenderanno molto presto la macchina del fango. I guru, dal canto loro, hanno rimesso nel cassetto qualche eroico “c’è competizione, c’è battaglia”. Commoventi o forse patetici a volte questi guru.