DI GIUSEPPE GRECO
Occupy Piazza Salandra è stato l’evento più riuscito della Rockstar Mellone. Neanche Grillo, nel suo vaffantour, riuscì a riempire come un uovo la più bella piazza del sud. Il pibe de oro della politica pugliese, surclassando il leader 5 stelle, ha chiamato a sé oltre 2500 persone. Ma a fine comizio svuotare la piazza è stata una impresa impegnativa. Le forze dell’ordine, prevedendo la necessità di liberare l’area tra il comizio di Mellone e quello di Falangone, che, diciamocelo, avrebbe potuto scegliere un’altra tra le bellissime piazze cittadine invece di infilarsi in questa situazione e complicare la vita, hanno imposto mezz’ora di pausa tra i due incontri. Ma non tutto è andato come previsto.
Le prime interferenze già prima dell’inizio, quando l’ingresso principale alla piazza è stato piantonato dall’ape dell’estrema sinistra e da alcuni omaccioni che intercettavano i melloniani offrendo loro volantini e materiale elettorale. Una provocazione che a quanto pare si è protratta fino ad un richiamo a comportamenti più educati da parte delle forze dell’ordine. Spenta questa prima miccia il rischio cortocircuito c’è stato a fine comizio, quando gli attivisti 5 stelle erano già in piazza e i supporter di Mellone ancora si adoperavano per sgombrare velocemente l’area.
Tutto bene? Tutto bene un corno! A turbare una campagna elettorale finora piuttosto pacifica è bastato un incrocio di sguardi tra due tifosi di calcio. In pochi secondi si è passati alle mani, a quanto pare per vecchie ruggini nate a bordocampo. Un brutto episodio come ogni scontro fisico. Ma a metterci il carico da ’90 hanno contribuito gli uffici propaganda, che l’hanno buttata in politica, accendendo una miccia nella santabarbara e facendo rimbalzare la notizia su tutti i media nazionali. Il Centro Sinistra finora incapace di conquistare la scena nonostante le passeggiate elettorali di ministri e leader nazionali che poco o nulla hanno a che fare con Nardò, ha scelto di strumentalizzare l’episiodio. Una operazione sterile dal punto di vista elettorale, estremamente dannosa per l’immagine della città e pericolosa perché, a poche ore dalla chiamata alle urne, esagita gli animi. Ce n’era bisogno? Certamente no. Il centrosinistra sa bene che la corsa contro Mellone è partita dal capolinea. Ben che vada prenderà una scoppola se non memorabile una batosta. Invece oggi Nardò è sui media nazionali… ma alla fine con questa storia del neofascismo, per dirla con le parole di Niccolò in Sole a Catinelle, “avete rotto il ca..o!” considerato che in piazza c’erano 2499 persone pacifiche come come una colomba di pasqua e uno e uno solo che poteva starsene a casa sua, ammainando la bandiera del suo club di pallone.