Nardò è una terra conosciuta nel mondo per i suoi prodotti agroalimentari. Da sempre questo territorio è stato a vocazione agricola. Nelle nostre campagne si è tramandato, negli anni, non un semplice mestiere, ma una cultura ed una storia che ci hanno distinti. I nostri agricoltori, i nostri imprenditori agricoli sono stati capaci e laboriosi. Di adeguarsi ai tempi, di innovarsi e innovare le loro aziende, investendo in un lavoro faticoso, ma generoso, che mette al centro l’uomo, il suo benessere, le sue necessità. Pensate al settore vitivinicolo. Fino a qualche anno fa l’export di primitivo e negroamaro era un miraggio. Mentre oggi le nostre cantine sono conosciute nei migliori ristoranti e nelle fiere più rinomate d’Europa e del mondo. O l’anguria di Nardò, un prodotto fresco e genuino che, al netto di chi ha tentato di distruggerne la tipicità a vantaggio di altri territori e nazioni, viene associato sempre alla nostra Città. E ancora il nostro olio, con più di 40 aziende che continuano a produrre extravergine nonostante il dramma della Xylella .
In questi anni ho sempre cercato di stare accanto al comparto agricolo, ascoltando le esigenze, le paure e le speranze di imprenditori e lavoratori. Ho visto come un pezzo di politica, del settore agricolo sappia solo riempirsi la bocca durante alcune ricorrenze e, come al solito, in campagna elettorale. Non conoscendo neppure una singola strada delle nostre campagne.
L’agricoltura neretina, in questi cinque anni, che sono stati i più drammatici che si ricordino, tra la Xylella, le calamità naturali sempre più incalzanti, l’aumento dei costi per lo smaltimento delle plastiche agricole, la concorrenza sleale di altri territori, è stata abbandonata totalmente dall’istituzione più vicina: il Comune. Non è esistito uno sportello agricoltura, in cui gestire le istanze primarie del settore ed offrire consulenza gratuita come accade in tanti altri Comuni. Non è esistito un lavoro sinergico tra gli enti per pubblicizzare e attrarre finanziamenti. Non sono esistite promozioni del nostro agroalimentare. Si è preferito nascondere quello che è un punto d’orgoglio per Nardò, forse perché a chi lavora la terra è difficile raccontare menzogne e riscuotere facile consenso.
Noi proveremo a recuperare il tempo perduto, a restituire fiducia, possibilità e sostegno ad un settore trainante dell’economia cittadina. E lo faremo con orgoglio perché della nostra terra e di chi la lavora dobbiamo esserne fieri.
Lorenzo Siciliano