Nota del consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani e Presidente MRS
“Valutazione d’impatto ambientale: è in quest’autorizzazione che si gioca la partita del sì o del no agli impianti energetici da fonti rinnovabili. Le cosiddette energie pulite che – come più volte ho ribadito – pretendono di avere licenza di distruggere il territorio, divorando suolo agricolo, vetrificando le campagne e innalzando spaventose torri eoliche che sfigurano il paesaggio. A questa avanzata bisogna opporsi con chiarezza, ponendo paletti inamovibili, preservando i suoli agricoli e relegando gli impianti eolici e fotovoltaici nelle zone già degradate, nelle aree industriali, nelle cave dismesse, sui tetti delle abitazioni come si fa nei Paesi più avanzati sul fronte della tutela ambientale. Finché ci saranno zone grigie e rimpallo di responsabilità, i giganti delle rinnovabili continueranno ad aggredire la nostra terra, a minacciare richieste risarcitorie milionarie per i ritardi nelle autorizzazioni, ad insidiare gli agricoltori alla fame dopo la devastazione della xylella.
Tutto questo l’ho ribadito nell’audizione che si è tenuta oggi in Regione, nelle Commissioni Ambiente e Sviluppo Economico congiunte. Due interessi che non possono essere contrapposti ma devono trovare una via condivisa per porre un argine all’avanzata di nuovi impianti. Sono circa 370 le richieste pendenti dal Gargano al Salento, senza contare le istanze presentate alla Città metropolitana di Bari e al Ministero, anche per le centrali a biomasse e biogas. Dati solo parziali, che fotografano una situazione di grave pericolo per agricoltura e turismo, le due leve dell’economia regionale. I turisti ci scelgono per la bellezza delle nostre campagne, per lo straordinario connubio fra mare e ulivi, e non possiamo offrire loro un paesaggio sfigurato da una giungla di pannelli solari e mostri eolici. Dobbiamo difenderlo il nostro paesaggio, dirottando i grossi impianti energetici nelle zone senza interesse paesaggistico. Come le zone industriali: a Brindisi, ad esempio, a fronte di 85 procedimenti pendenti, per una potenza complessiva di 2.200 megawatt su una superficie agricola 2.540 ettari, solo il 10% della zona industriale è stata coperta da impianti energetici da fonti rinnovabili. Un’assurdità che va sanata con un quadro normativo e autorizzativo preciso, netto. Ed è questo l’impegno a cui la Regione non può sottrarsi. Ecco perché ho presentato una richiesta di consiglio monotematico sul tema, perché emerga in maniera limpida l’orientamento del Consiglio e della Giunta. Dai sì e dai no che diremo ai signori delle energie pulite, dipenderà il futuro della nostra terra, che non può essere zona di conquista a poco prezzo. Il nostro paesaggio non è in vendita”.