Esiste la Nardò città d’arte e di mare, quella dei B&B e delle tradizioni, che va a gonfie vele; ed esiste la Nardò dei giovani, quelli tra i 20 e 40 anni, i “cervelli in fuga”, che scelgono di partire per cercare fortuna altrove.
A fronte di un maggior flusso turistico, risulta che un’ampia fetta del nostro territorio si stia svuotando. Un pezzo di Salento sta scomparendo e per invertire questa tendenza bisogna sostenere la qualità di vita di quanti desiderano restare o tornare. Rendere Nardò una città digitale è un passaggio imprescindibile perché questa continui ad essere giovane, dinamica e attrattiva.
Lavorare sul progetto di città del futuro, significa, tra le altre cose, puntare sul potenziamento del rapporto tra Pubblica Amministrazione e innovazione digitale. Rendendo la Pubblica Amministrazione più tecnologica e moderna, si accorciano le distanze tra cittadini, si snelliscono i processi, e si forniscono servizi più rapidi e innovativi.
La pandemia ha offerto delle opportunità inattese, come lo “smart working”, o lavoro agile (come preferisco chiamarlo da italiana e neretina), per riportare a Nardò i neretini che vivono e lavorano altrove; ma anche per attrarre quanti, italiani e non, desiderano lavorare in un contesto diverso, per certi versi quasi esotico, qual è quello offerto dalla nostra Città.
Ora Nardò non ha tempo da perdere se vuole fermare l’emorragia di popolazione giovane. La mia ricetta è semplice: serve necessariamente stabilire un canale per individuare ed ottenere finanziamenti comunitari che rendano la Città sempre più moderna, funzionale e digitale. Il momento storico in cui viviamo ci offre un’occasione unica per raggiungere questi obiettivi: il Next Generation EU è il più ingente pacchetto di misure di stimolo mai finanziato in Europa.
Nardò cresce se i giovani decidono di restare o ritornare e se gli amministratori creano le opportunità perché questo avvenga. L’impegno che da giovane neretina voglio percorrere è proprio questo. Ai tanti giovani neretini che vivono tra Bruxelles, Londra, Parigi, Madrid, Berlino, che vivono altrove ma hanno il cuore a Nardò, rivolgo un accorato appello: crediamoci. Nardò è anche nostra e noi che possiamo dobbiamo dare di più per non tornare a viverla solo d’estate o a Natale. Io ho scelto, ho scelto la continuità con quanto è stato fatto negli ultimi cinque anni. La città è cambiata, è migliorata, è più dinamica. L’attuale amministrazione è giovane ed ha un sindaco giovane. Continuiamo a far crescere Nardò, una Nardò digitale e sostenibile, affinché sia un richiamo per tutti coloro che la vorranno amare e governare. Io ci sono.