“IL PROFUMO DEL SUCCESSO” – PRESENTATO IL LIBRO DI COSIMO ROMANO E LELÈ PAGLIULA *VIDEO*

Con “Il profumo del successo” di Cosimo Romano e Lelè Pagliula si è aperta la «primavera culturale» a Nardò.

Questa torrida estate per Nardò sembra essere una primavera culturale con boccate di freschezza e di ossigeno attraverso la presentazione di libri scritti da suoi figli.

Sono studi su Nardò e, al massimo, sul Salento, condotti da neritini che hanno inteso affondare la ricerca nelle proprie radici.

Si è cominciato lo scorso 10 luglio con la presentazione del libro del matinese Cosimo Romano e di Pantaleo/Lelè Pagliula, “Il profumo del successo”, edito da Besa, e si proseguirà con il mio il 24 luglio, “La parrocchia del Sacro Cuore di Gesù in Boncore di Nardò”, edito da Congedo; con quelli di Luigi Caputo il 25 luglio, “Ho incontrato i Royal”, edito da Zerouno Creative Solution; e di Mario Nanni il 28 luglio, “Sulla giostra della memoria”, edito da Media Books, dopo il grande successo del suo, “Parlamento sotterraneo”, edito da Rubbettino. Il mese di agosto, con date da definire, vedrà la presentazione di un mio libro, “La Resistenza dei neritini nella Guerra di Liberazione”, edito da Congedo; e, infine, di quello di Enrico Carmine Ciarfera e mio, “Il vulgare neritino. Vocabolario etimologico del dialetto di Nardò”, edito da Congedo.

Le location saranno diverse, così come lo sono i temi delle pubblicazioni.

Il libro, “Il profumo del successo”, è stato già presentato nella suggestiva cornice di una “tagghiàta” (cava di pietra) ora verdeggiante, attigua alla villa Saetta, oggi De Michele, messa a disposizione dai proprietari Carlo e Anna, che, da mecenati, sono disponibili ad ospitare per amicizia eventi culturali.

A presentarlo è stato Mario Nanni con la sobria effervescenza da giornalista navigato, nell’intervista a Lelè Pagliula, spesso commosso e sempre grato al suo amico Cosimo Romano, e a coordinare con brio la serata è stata Adele Polo. Sono intervenuti, oltre ai padroni di casa, l’assessore regionale Sebastiano Leo; la sen. Maria Rosaria Manieri, che ha riportato la sua testimonianza di aver vissuto anche se per poco l’esperienza degli Autori a Mosca; il dirigente scolastico dell’ I.I.S.S. “Vanoni” di Nardò, Angelo Antonio Destradis, che ha annunciato l’istituzione di un corso di moda; Tommaso Terragno con un excursus di natura economica; Giuseppe Negro, che ha curato la presentazione del libro; Antonio Muci con la sua solita verve efficace; e il figlio di Cosimo Romano, Augusto, presente con la propria famiglia e in rappresentanza del padre, impossibilitato a presenziare.

Un ulteriore aspetto significativo è stato rappresentato dagli interventi di tre giovani brillanti Elsa Indiano, Francesca Vonghia e Matteo Manta, che proprio con il Pagliula, questa volta ambientalista, hanno vissuto esperienze di ecosostenibilità.

Non è mancata una poesia di un anonimo, ovviamente sull’argomento del libro, letta con dosata enfasi da Luigi Caputo, rappresentante dell’associazione «Punto di Incontro-Aps Nardò», organizzatrice della serata.

Questa è stata l’articolazione della serata, vissuta da numerosi partecipanti, intorno ad una pubblicazione, che ha ampiamente meritato l’attenzione.

Si tratta di un dialogo epistolare (forma ben riuscita anche se solo racchiuso in due lunghe lettere) tra Cosimo Romano e Lelè Pagliula. Il primo è l’imprenditore economico meridionale, che, tramite intuizioni di spessore, saggezza, forza di volontà, entusiasmo e sogni da realizzare, dal 1969 in poi ha fatto crescere la sua azienda (poi con il marchio Meltin’ Pot, cioè «crogiolo»), raggiungendo nel settore della produzione di jeans una dimensione di quantità e di qualità di elevato spessore. Il secondo è l’imprenditore intellettuale meridionale, che con determinazione, lungimiranza, colorata anch’essa di sogni, e fiducia, rarissima per i tempi, aveva, fors’anche, da comunista militante, preso contati con i paesi dell’Est per rapporti commerciali da instaurare con aziende salentine.

Si incontrarono e si completarono per compiere negli anni ‘80 un «folle volo», di dantesca memoria: se Ulisse va al di là delle «Colonne d’Ercole» per scoprire il mistero di un mondo sconosciuto, i Nostri, anch’essi pionieri, si lanciarono al di là della «cortina di ferro» nel cuore del comunismo mondiale, Mosca, per proporre il prodotto dell’abbigliamento italiano.

Questi, a differenza di Ulisse riuscirono a superare la barriera e a scoprire, a livello commerciale, questo mondo misterioso, che illuminarono con l’insegna del negozio «Salentini» in una strada centrale, ma oscura e scarna, e a far sognare i moscoviti e soprattutto le moscovite di poter indossare un capo italiano.

E qui -scusatemi- sorge, con mio «volo pindarico», un altro riferimento letterario, ma, questa volta, con comune non positiva conclusione.

Penso al romanzo “Dottor Zivago” di Pasternak, incentrato sull’amore passionale tra Yuri e Lara in un contesto storico e socio-economico di sfaldamento dell’impero zarista e dei primi sintomi della nascita dell’impero comunista, momento di passaggio, così come quello vissuto da Cosimo e Lelè, accomunati dalla passione economico-commerciale tra lo sfaldamento dell’impero comunista e l’avvio della nascita della democrazia, voluta da Gorbaciov, ma in modo talmente veloce da essere confusionaria e prigioniera della stessa classe dirigente precedente, segreta e non.

Non a caso mi sono immerso nelle citazioni. Infatti dal racconto emergono diversi spaccati, tutti, però, strettamente connessi alla vicenda umana dei due amici, con i loro sogni, le loro realizzazioni, le loro delusioni e i loro entusiasmi.

Vi è lo spaccato economico, che evidenzia, da un lato, la grandezza di Cosimo Romano, imprenditore autentico nato dalle sue personali intuizioni, a profonda dimensione umana, avveduto e previgente; e, dall’altra, la capacità intellettuale di Lelè Pagliula, sognatore determinato ed instancabile operatore culturale; vi è lo spaccato politico, che, tutto a favore del Sud, fa toccare con mano la capacità del Meridione di sapersi riscattare o crescere se lasciato libero da interessi pressanti di altre economie; vi è lo spaccato storico, che, da una micro-vicenda commerciale riesce a spalancare la macro-vicenda dell’Urss in frantumi e, sotto diversa spoglia, in cerca affannosa e disordinata della libera democrazia.

Il tutto in un linguaggio colloquiale e semplice, a volte toccante di liricità, ma pregno di profondi moduli di sapienza umana e imprenditoriale.

Anche questo contribuisce ad una lettura piacevole e coinvolgente per i lettori, cui gli Autori, con sincero trasporto, si rivolgono perché conoscano, sì, la vicenda, ma soprattutto riflettano sullo spirito con il quale si è vissuto e sulle motivazioni che ne sono state alla base.

E con mia personale convinzione affermo che questo libro, “Il profumo del successo”, nel suo dialogo, complementare e giammai agiografico, non può non essere utile per tutti, fors’anche ancor più i giovani, per l’entusiasmo che sempre traspare nei protagonisti, anche nelle sconfitte, perché Cosimo Romano e Lelè Pagliula, al di là delle età e delle situazioni, sanno che bisogna sempre lottare, sognare ed operare.

Mario Mennonna