Da ieri è vietato il lavoro nei campi su tutto il territorio comunale nella fascia oraria compresa tra le ore 12:30 e le 16. Lo stabilisce l’ordinanza n. 320 con la quale il sindaco Pippi Mellone rinnova un provvedimento applicato negli anni scorsi a tutela dei braccianti agricoli. La novità di quest’anno è la connessione del provvedimento con il progetto Worklimate di Inail e Cnr, che rende disponibile sul sito web www.worklimate.it le mappe nazionali di previsione del rischio di esposizione occupazionale al caldo.
Di conseguenza, il divieto vale nei giorni in cui la mappa del rischio indicata sul sito all’indirizzo https://www.worklimate.it/scelta-mappa/sole-attivita-fisica-alta e riferita a “lavoratori esposti al sole” con “attività fisica intensa” (ore 12), indichi un livello di rischio “alto” per il territorio di Nardò.
Come ogni anno in questo periodo, l’attività agricola e la raccolta delle angurie e degli ortaggi fanno registrare sul territorio neretino un significativo aumento del numero dei lavoratori impiegati nei campi (non solo migranti), spesso purtroppo nelle ore centrali della giornata, che sono quelle più calde e quindi potenzialmente più dannose per la salute degli stessi lavoratori. Si tratta di attività svolta esclusivamente all’aperto, senza alcuna protezione per quanto riguarda gli effetti del sole e delle alte temperature su ogni singolo bracciante. Peraltro, con l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale da Covid19 che complicano ulteriormente il quadro. Una condizione più volte emersa nelle cronache locali e nazionali che hanno evidenziato sul territorio negli anni scorsi fenomeni riconducibili al caporalato e ad altre forme di sfruttamento della forza lavoro.
Il divieto, di tre ore e mezza, non pregiudica la normale giornata lavorativa per braccianti e aziende, viste le tante ore di luce naturale dei mesi estivi. Non a caso, già a partire dal 2016, quando per la prima volta la coraggiosa e inedita decisione del sindaco Mellone prese corpo in un’ordinanza, il provvedimento è risultato pienamente legittimo dal punto di vista giuridico, uscendo indenne dai vari ricorsi delle imprese agricole e diventando un modello anche per altre realtà critiche sul fronte dell’impiego dei braccianti in agricoltura. Peraltro, si tratta di un provvedimento che ha dimostrato di tutelare concretamente le condizioni di salute dei lavoratori, visto che l’ultimo drammatico fatto di cronaca risale al luglio 2015, quando un lavoratore extracomunitario perse la vita mentre era al lavoro in campagna a temperature elevatissime.
Il mancato adempimento dell’obbligo è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria di 500 euro. Gli effetti dell’ordinanza cesseranno il 31 agosto.
“Il caldo di questi giorni, semmai ce ne fosse bisogno, dimostra quanto sia importante un provvedimento come questo – dice il sindaco Pippi Mellone – che rivendichiamo con orgoglio. Provvedimento, è bene ricordarlo, che non tutela i soli lavoratori migranti, come qualcuno vuole far credere, ma tutti i lavoratori dei campi, indipendentemente dal colore della loro pelle. In questi anni abbiamo tutelato concretamente la salute e la vita dei braccianti, vietando l’impiego nelle ore più calde della giornata e scongiurando quella che è una forma di sfruttamento. Quest’anno c’è una novità, perché l’operatività dell’ordinanza è legata alle rilevazioni quotidiane del sito messo a punto da Inail e Cnr, che costituisce un parametro oggettivo per applicare il divieto. Un altro tassello di quel totem sull’agricoltura etica su cui lavoriamo sin dal 2016”.