NARDÒ PROGRESSISTA: “LA CORTE DEI CONTI DICHIARA INFONDATO L’ESPOSTO PRESENTATO DA ALCUNI CONSIGLIERI COMUNALI NERITINI”

In questi giorni è maturata l’ennesima figuraccia per l’attuale sindaco e per il suo vice. Lo scorso 17 maggio è divenuta definitiva la sentenza con cui la Corte dei Conti ha certificato l’infondatezza delle argomentazioni poste a base dell’esposto presentato da Mellone e da Capoti sette anni fa, quando erano consiglieri di opposizione, contro gli amministratori dell’epoca. In quell’esposto alla Corte dei Conti i due consiglieri denunciavano ipotizzate irregolarità da parte degli amministratori, irregolarità che avrebbero dovuto comportare – a detta degli esponenti – lo sforamento del patto di stabilità per l’anno 2012.

Sforamento che non c’era stato, così come ormai stabilito anche dalla sentenza della magistratura contabile. Purtroppo, l’azione scriteriata di quei due consiglieri (oggi sindaco e vicesindaco) venne enormemente amplificata presso l’opinione pubblica con riprovevoli mega manifesti denigratori che esposero al ludibrio cittadino tutti gli amministratori di allora (assessori e consiglieri di maggioranza dell’Amministrazione Risi) ed alcuni dirigenti comunali, con nomi e cognomi e con gli importi del presunto danno erariale che questi soggetti avrebbero arrecato alle casse comunali, come se si fosse trattato di ladruncoli di pubblico denaro.

Niente di più falso! Non aveva e non ha fondatezza l’esposto di Mellone e Capoti, che riecheggiava trattazioni non dissimili da quelle utilizzate dai revisori dell’epoca per negare la firma in calce a importanti documenti contabili relativi al 2011 e che fu poi supportato da argomentazioni di un dirigente comunale definite dalla stessa Corte dei Conti come prive di qualsiasi attendibilità logica e contabile.

Mellone, per difendere le tesi sostenute nel suo esposto, ha ritenuto di coinvolgere il comune di Nardò in questa vicenda, col risultato che ora il comune è chiamato ad addossarsi il costo di questo smacco di Mellone e del suo vice, per cui le spese legali e di giustizia dovranno essere pagate con i soldi dei neritini. E’ giusto che gli abbagli e l’accanimento ingiustificato di quei due debbano essere pagati dai cittadini di Nardò? NO! Paghino loro perché loro hanno creato il danno.

A margine c’è da fare una riflessione: e se gli amministratori che furono allora così pesantemente calunniati ed esposti ad un ingiusto disprezzo popolare chiedessero con giusta ragione i danni morali ai firmatari di quei manifesti?

Rino Giuri, Coordinamento “Nardò Progressista”