SUPERFICIALITÀ E APPROSSIMAZIONE NELLE DICHIARAZIONI DI “ANDARE OLTRE”. L’ONOREVOLE SOAVE ALEMANNO RISPONDE E RACCONTA AI CITTADINI LA REALTÀ DEI FATTI

Proviamo a fare chiarezza e a raccontare ai cittadini la realtà dei fatti, senza proclami, accuse o sentenze di sorta.

In queste ultime ore sono apparsi comunicati sulla stampa locale neretina in merito alla mia ultima interrogazione in Commissione Ambiente sullo stato dei lavori per la dotazione di un adeguato sistema di depurazione per le acque reflue e relativo impianto fognante per il comune di Porto Cesareo.

Il sindacato ispettivo che ho avviato è un atto di controllo e richiesta informazioni che proprio per la sua natura ispettiva non prevede alcuna proposta attuativa, al contrario si basa sulla necessità di accertare alla luce dell’intervento del commissario e degli enti competenti quale sia attualmente lo stato dell’arte sui lavori per scongiurare ulteriori danni di tipo economico e ambientale all’Italia e soprattutto alla nostra amata zona neretina.

Non si tratta dunque di spingere per alcun tipo di depurazione o di progetto in particolare, stiamo solo chiedendo al Ministero di prendere posizione e spiegarne le motivazioni, per la salute del nostro territorio.

Il trattamento dei reflui nell’agglomerato Porto Cesareo-Nardò da molto tempo appare come una realtà collegata ed indissolubile tra i due comuni alla luce dei principi normativi di gestione territoriale e soprattutto in materia di gestione dei reflui e impianti fognari così come espressi nei procedimenti avviati dalla Regione e da tutti gli enti competenti fin oggi, eppure la realtà ci narra di un comune ancora privo di allaccio alla depurazione ed un altro che scarica in battigia al confine di un’oasi marina.

Di certo dopo che l’agosto scorso il Ministero dell’Ambiente ha dato parere negativo alla realizzazione di quello che i tecnici chiamano “sistema a scarico zero”, per il problema di Nardò-Porto Cesareo siamo rimasti in attesa da troppo tempo di conoscere quali soluzioni FATTIBILI l’amministrazione Mellone, insieme alla Regione, intenderà adottare per evitare che il nostro mare continui ad essere ricettacolo di reflui in battigia.

Io credo che, con molto realismo, dovremmo prendere atto che l’attuale progetto non è più un percorso perseguibile nonostante le spese sostenute per tutti gli adeguamenti degli impianti, comprese anche quelle precedenti per gli studi di fattibilità della realizzazione della condotta sottomarina precedentemente auspicata e mai realizzata, milioni di euro spesi che non hanno dato alcun frutto tangibile, corrispondendo ad un ulteriore danno alle casse dello Stato.

La vicenda di Porto Cesareo non può più essere trattata come mera questione delegata al volere della politica locale, né può essere ascritta ad alcun partito, essa non è materia esclusiva di un comune oppure un altro, ma è di vitale importanza per tutto il Paese, sia in virtù dell’interesse collettivo al mantenimento di un elevato standard ambientale costiero, sia per scongiurare ulteriori danni economici che i cittadini dovranno pagare.

A fronte di quanto già speso ed impegnato fino ad oggi, auspico quindi che la soluzione al problema venga trovata secondo i criteri legali e scientifici che garantiscono gli standard di sopravvivenza di un territorio che spicca per l’alto valore ambientale e non per meri campanilismi o per pregiudizi politici di alcun tipo.

Soave Alemanno