LETTERA APERTA – LA QUESTIONE MORALE È IL FONDAMENTO DI TUTTO

O DI QUA O DI LA’: CHI FA FINTA DI NON VEDERE, O TACE, E’ COMPLICE DEI DISONESTI!

“Non mi fanno paura le parole dei disonesti, ma il silenzio dei giusti” è la famosa frase di Martin Luther King da cui mi piace partire: sono le PERSONE ONESTE che sconfiggono l’illegalità e il malaffare.
VERITA’ E GIUSTIZIA sono valori che non tutti perseguono nella vita, ma è solo grazie a chi li vive quotidianamente che si combattono i molti cancri generati dalla disonestà.
La CULTURA DELLA LEGALITA’ DEVE VINCERE SEMPRE, sempre e comunque!
Il malaffare, la corruzione e l’illegalità prosperano e si diffondono dove i comportamenti illeciti sono considerati normali e abitudinari, dove regna l’indifferenza, dove c’è una complicità diffusa, dove c’è omertà, dove, magari, anche le forze dell’ordine faticano a sentire e a vedere.

“La lotta… non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale, anche religioso, che coinvolgesse tutti, che tutti abituasse a sentire la bellezza del fresco profumo di libertà che si contrappone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”: risuonano ancora FORTI e ATTUALI le parole pronunciate da PAOLO BORSELLINO, il 23 giugno 1992, in occasione della commemorazione di Giovanni Falcone.
Sono bellissime, come quelle pronunciate, il 26 luglio 2014, da PAPA FRANCESCO: “questa vostra bella terra che richiede di essere tutelata e preservata, richiede di avere il coraggio di dire no ad ogni forma di corruzione e di illegalità”.
Teniamole sempre a mente queste parole che impongono, a ogni cristiano o laico, di battersi sempre per la legalità nella propria terra d’origine: magari come a Nardò, che è una splendida terra, in cui vivono persone oneste ma anche, purtroppo, avventurieri e disonesti.
Occorre battersi, dunque, per la legalità che, come afferma un DOCUMENTO CEI del 1991, “è insieme rispetto e pratica delle leggi, è un’esigenza fondamentale della vita sociale per promuovere il pieno sviluppo della persona umana e la costruzione del bene comune”.

La QUESTIONE MORALE A NARDO’ ESISTE ma metto un attimo da parte i risvolti giudiziari.
Mi interessa di più cogliere l’altro aspetto TERRIBILE: ciò che fa paura è l’indifferenza di coloro, e hanno un nome e un cognome, che ad oggi non l’hanno voluta cogliere e non hanno voluto farci i conti!
INDIFFERENZA!
Non uso a caso questo termine, perché una valutazione sul mancato rispetto della legge dovrebbe essere naturale ma, ancora oggi, viene dribblata e non affrontata persino da alcuni che pure si candidano ad amministratori di Nardò: li conoscete tutti, sapete chi sono!
La QUESTIONE MORALE, e su questo dovrebbe riflettere la gran parte di neretine e neretini onesti che abitano e vivono la città, purtroppo, ancora oggi, non è nella consapevolezza di una parte di coloro che hanno deciso di impegnarsi nella cosa pubblica e sono incapaci di comprendere il senso della legalità.

Dico a tutte le neretine e neretini, onesti e indipendenti, che dobbiamo costruire un FRONTE, un MURO INVALICABILE, nei confronti di chi non crede nella trasparenza e nella legalità.
Non è “fondamentalismo” chiedere di valutare le implicazioni giudiziarie e, SOPRATTUTTO, i comportamenti omissivi o omertosi: un “nuovo corso” di Nardò passa dall’essere contrari alla politica del “fare finta di niente”.
Nardò deve tornare libera: libera da ogni condizionamento, libera dal sospetto, libera dal compromesso!
Le forze politiche che non capiscono questo, che non capiscono che la vera libertà passa attraverso posizioni nette e definitive, sono complici, quantomeno per omissione, di chi alla legalità non crede.

IO NON MI RASSEGNO!
INSIEME A TANTE DONNE E UOMINI DI BUONA VOLONTA’ HO COSTITUITO, TEMPO FA, OFFICINA CITTADINA: INSIEME ABBIAMO TRACCIATO LA STRADA, CONSAPEVOLI CHE E’ L’UNICA PERCORRIBILE.
E CONTINUIAMO A CAMMINARE!
Giuseppe Cozza – Pres. Officina Cittadina