L’area marina di Santa Maria al Bagno ricadente tra il Parco di Pinocchio ed il Giardino della Memoria, identificata quale idrosuperficie da destinare alle attività previste e connesse al servizio di Idroscalo voluto e progettato dal Comune di Nardò, ai fini della sicurezza sia a terra che della navigazione subirà dei limiti permanenti relativi alla balneazione, alla pesca ed ogni altra attività.
Infatti oltre che lungo il tratto di costa interessato dall’intervento è previsto che sia inibita ogni attività anche nello specchio d’acqua antistante fino ad una profondità di 200 metri dalla costa. Se a questo si aggiunge il forte impatto ambientale provocato da rumori, rifiuti speciali ed interventi straordinari nel corso della realizzazione dell’opera, a cui sarà sottoposta l’area demaniale interessata a mare e sulla terra ferma si comprende quanti e quali danni l’infrastruttura, se realizzata in quel luogo, provocherà alla già provata economia della bella località turistica.
Di fatto oltre alla balneazione ed alla pesca anche le esistenti attività della ristorazione, del commercio e del tempo libero e gli insediamenti storici, culturali e scientifici esistenti lungo il tratto di costa interessato subiranno forti limitazioni. Voler realizzare il terminal dell’idroscalo per la Grecia proprio a Santa Maria al Bagno, marina fortemente antropizzata, alla luce delle limitazioni contenute nei diversi pareri formulati dagli organi competenti, non può essere considerato un progetto strategico per il turismo come invece è ritenuto dall’attuale Amministrazione Comunale di Nardò. Se si tratta di spendere tre milioni di euro erogati dall’UE per una infrastruttura marittima allora è bene che l’opera sia realizzata in qualche altro più idoneo tratto della lunga costa del Comune di Nardò.
Il Coordinamento di Italia Viva Nardò