Due ingegneri del comune (uno è un dirigente) sono indagati.
La procura ha sequestrato un cantiere e si parla di un possibile coinvolgimento dei consiglieri comunali.
Mellone e Tollemeto, parlate: i neretini devono sapere!
La stampa ha riportato un “caso” giudiziario che coinvolge due tecnici, entrambi ingegneri, impiegati presso il Comune di Nardò (un istruttore e un dirigente), rimasti coinvolti in un procedimento giudiziario relativo alla realizzazione di appartamenti con piscina, nella frazione neretina di Boncore.
L’intero cantiere è stato posto sotto SEQUESTRO dalla Procura di Lecce e il provvedimento è stato confermato dal Tribunale del Riesame al quale la società costruttrice aveva fatto ricorso contro il provvedimento cautelare.
Da quanto pubblicato dai giornali, che riporto tra virgolette, la questione appare gravissima: il pubblico Ministero, dott. Alessandro Prontera, contesta una “illegittima variazione urbanistica dell’area in cui stava sorgendo la struttura turistica”.
Il gip, Rizzo, scrive: “il Comune di Nardò, invece di adeguare la previsione del proprio strumento urbanistico alla disciplina del PPTR… non solo è rimasto inerte, ma nel 2019 ha UNILATERALMENTE MODIFICATO LA TIPIZZAZIONE DELLA ZONA SENZA ALCUN COINVOLGIMENTO DEGLI ORGANI REGIONALI. Ricorrendo a quello che sembra un ESCAMOTAGE… che si e’ visto essere insussistente”.
“La Procura stabilirà se queste circostanze precisate nel decreto di sequestro saranno CONTESTATE ANCHE A CHI HA VOTATO LA DELIBERA PER RENDERE EDIFICABILE IL SUOLO”.
Di fronte a tali rilievi il sindaco Mellone e l’assessore all’urbanistica Tollemeto DEVONO PARLARE PUBBLICAMENTE prendendo posizione, nell’interesse dei consiglieri comunali, dei due tecnici e dei superiori principi di legalità e trasparenza.
Trattandosi del rispetto di norme tecniche e procedimentali che disciplinano il rilascio di permessi di costruire una cosa certo, sindaco e assessore, NON POSSONO FARE, dire, cioè, “aspettiamo l’esito del giudizio”.
Essi devono dire, ORA e PUBBLICAMENTE se, a loro parere, la Procura ha preso un abbaglio o ha agito correttamente.
Nel primo caso, sindaco e assessore devono dire che l’iter procedurale seguito è corretto e, quindi, la struttura turistica è regolare e potrà essere portata a compimento; nel caso inverso, invece, devono riconoscere la fondatezza delle contestazioni e agire di conseguenza, adottando tutti i provvedimenti del caso.
Una cosa NON possono fare: dire che attenderanno il corso del giudizio o, peggio, rimanere in silenzio!
La LEGALITA’ non è nella disponibilità di nessuno e va rispettata da tutti!
Auspico quindi una immediata presa di posizione sulla questione da parte del sindaco e dell’assessore all’urbanistica: le cittadine e i cittadini di Nardò hanno diritto di sapere.
Avv. Giuseppe Cozza