Via libera dalla Regione Puglia alla sottoscrizione con il Comune di Nardò di un “contratto di fiume” per il canale Asso, uno strumento di programmazione strategica e negoziata per la tutela e la corretta gestione della risorsa idrica, nonché per la salvaguardia dal rischio idraulico e per il perseguimento degli obiettivi delle normative in materia ambientale.
Con la delibera n. 2101 del 22 dicembre scorso (pubblicata sul Burp del 26 gennaio), infatti, la Giunta regionale ha autorizzato la stipula dell’accordo stabilendo contestualmente uno stanziamento economico di 70 mila euro per l’avvio delle attività previste dall’accordo stesso (il Comune parteciperà ai costi con altri 3200 euro). In questo modo, la Regione ha dato seguito alla manifestazione di interesse per la sottoscrizione del contratto già espressa dal Comune a novembre scorso.
“Il contratto di fiume per l’Asso – spiega l’assessore all’Ambiente Mino Natalizio – è una novità di grandissimo rilievo per il territorio di questa area del Salento, sia da un punto di vista squisitamente gestionale che, più in generale, ambientale. È uno strumento che ci consentirà di facilitare percorsi di condivisione dei progetti sul territorio per “aggredire” le necessarie risorse messe a disposizione da Governo e Regione per la mitigazione del rischio idraulico e per il miglioramento dello stato ecologico. Con l’obiettivo di trasformare il Canale Asso in un ambiente di vita e dunque come un bene comune da gestire in forme collettive. Per questo siamo orgogliosi di aver assunto questa iniziativa, manifestando alla Regione l’interesse alla sottoscrizione del contratto e sfruttando quindi una opportunità della normativa. Questo risultato è stato possibile grazie alla sinergia tra il Comune di Nardò, il Consorzio di Bonifica dell’Arneo e la Regione. Alla Regione e alla sua parte politica e a quella tecnica, in particolare, va un plauso per l’ennesima dimostrazione di attenzione nei confronti di questo territorio”.
Il bacino dell’Asso si estende su una superficie di circa 255 kmq, che interessa il territorio di una quindicina di comuni della provincia di Lecce. Il torrente o canale Asso, il più lungo del Salento, nasce tra Collepasso e Cutrofiano e lungo il suo corso presenta come tributari altri torrenti e una serie di piccolissimi canali e scoline nei territori dei comuni di Galatina, Galatone e Nardò, dove esiste il suo recapito finale, rappresentato da un sistema di inghiottitoi carsici (tra le altre, la vora Colucce e la vora Parlatano). Il corso d’acqua naturale, a partire dalla seconda metà del secolo scorso, ha subito numerose trasformazioni che lo hanno in parte trasformato in un canale artificiale. L’impermeabilizzazione delle sponde da una parte, la crescita degli apporti idrici determinati dalla crescente impermeabilizzazione dei suoli e dal collettamento di sempre maggiori portate derivate dalle fognature pluviali urbane, non ultimo la maggiore incidenza di eventi meteorici di carattere eccezionale, causa sempre più di frequente il verificarsi di allagamenti soprattutto delle aree in prossimità del recapito finale. Altra situazione di criticità è determinata dallo stato ambientale del torrente, visto che i dati del monitoraggio della Regione e di Arpa Puglia hanno portato a classificare quale “cattivo” lo stato ecologico del corpo idrico. Entrambe le problematiche, quella del rischio idraulico e quella di natura ambientale, richiedono un approccio a livello di intero bacino e lo strumento del contratto di fiume rappresenta quindi la soluzione migliore.
Va doverosamente ricordato in questo frangente il lavoro svolto sin qui dal tavolo tecnico per il coordinamento degli interventi di mitigazione del rischio idraulico e ambientale del canale Asso istituito qualche mese fa. Ma il contratto di fiume è chiaramente una svolta nella vita difficile del canale Asso.
Il contratto di fiume coinvolgerà, con il coordinamento del Comune di Nardò, i diversi attori dell’intero bacino idrografico: Comuni, consorzi, Autorità Idrica, Aqp, Arpa, Asl, Soprintendenza, associazioni di categoria, associazioni ambientaliste e culturali. Uno dei primi obiettivi è un’attività finalizzata allo studio, alla caratterizzazione e alla documentazione abiotica e biotica del reticolo fluviale e del bacino dell’Asso, nonché delle sue valenze culturali (anche recuperando le testimonianze dirette e la memoria degli ambienti originari, prima dell’intervento delle opere di bonifica). Da questa caratterizzazione territoriale potranno discendere regimi di tutela più appropriati e indicazioni circa forme più sostenibili di utilizzo territoriale e inserimento delle necessarie opere di mitigazione idraulica. Ma la declinazione delle attività, oltre che in chiave tecnica e scientifica, può essere orientata anche alla riscoperta e alla valorizzazione delle componenti storiche, culturali e insediative attraverso un percorso di partecipazione pubblica. Infine, le attività di contratto potranno essere un’utile base per l’attivazione di progetti di promozione e valorizzazione territoriale legati alla fruizione lenta del territorio. In tal senso, la presenza di strade consortili di servizio lungo ampi tratti della rete fluviale si prestano all’utilizzazione come piste ciclabili, anche in collegamento con altri itinerari cicloturistici (ad esempio, la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese).