In questi giorni sono successe cose strane. Un avvocato, infatti, ha lanciato un pubblico appello perché un uomo, un invalido, rischiava di finire senza casa e su una panchina già da oggi, dieci gennaio.
Il suo appello, per nulla politico e solo “umanitario”, è stato evidentemente maldigerito (frainteso?) dalle Istituzioni così da generare una reazione scomposta, esagerata, violenta e persino minacciosa. In ogni caso poco istituzionale, per questo motivo ripresa solo da modesti e poco accorti media, oltre che dagli immancabili social tritatutto. Come è finita? Per quanto riguarda il solo aspetto concernente la persona in difficoltà chiarisce tutto l’avvocato Sanasi al quale diamo immediata e doverosa ospitalità.
In questi giorni ho tediato amici e associazioni in cerca di un aiuto per Amico (il nome di fantasia dato alla persona in questione).
Oggi ho il piacere di comunicarvi che abbiamo trovato una soluzione abitativa temporanea ad Amico che fortunatamente, lasciando l’attuale dimora, non dormirà su una panchina, ma avrà un tetto sulla testa.
Mi sento in dovere di ringraziare tutti coloro che hanno accolto il mio appello ed hanno consentito questa soluzione che, se pur temporanea, consentirà una vita dignitosa al nostro Amico.
Ho incontrato amici e ricevuto telefonate e messaggio da tante persone e la loro disponibilità mi ha rincuorato. Soprattutto mi ha emozionato lo slancio di solidarietà di tanti ragazzi e ragazze che tramite mia figlia si sono mossi per aiutare Amico.
Ovviamente la questione non è definitivamente risolta perché l’attuale collocazione non è permanente, trattandosi di una abitazione concessa gentilmente da una persona generosa alla quale va tutto il mio ringraziamento.
Continueremo tutti insieme ad occuparci di Amico, perché tanti nostri concittadini dimostrano che Nardò è e resterà sempre una città di accoglienza e fratellanza e nessuno mai potrà trasformarla in una città in cui un nostro fratello possa restare abbandonato a dormire su una panchina.
Grazie a tutti.
Maurizio SANASI