La Regione Puglia cede al Comune di Nardò il patrimonio librario del Crsec, nell’ex convento dei Carmelitani. Obiettivo raggiunto, dunque, per l’amministrazione comunale che, con la disponibilità della Regione, acquisisce l’intera dotazione di libri che era in semplice comodato d’uso alla comunità neretina ed era custodita dal Crsec Le41. Il nulla osta alla cessione è arrivato questa mattina con una nota a firma della dirigente della sezione Istruzione e Università Maria Raffaella Lamacchia, di concerto con la sezione Demanio e Patrimonio della stessa Regione Puglia. Una novità che arriva a sei mesi dalla specifica richiesta che il Comune ha avanzato a Bari e che rappresenta un tassello importante di una strategia più complessiva e relativa alla costruzione di un polo bibliotecario moderno e con servizi efficienti, che possa garantire agli utenti (in gran parte studenti) possibilità più ampie di frequentare una biblioteca. Un polo bibliotecario unico, “diffuso” e in rete con altri soggetti, in linea con la filosofia della Community Library.
Sbloccato questo nodo fondamentale e ottenuto quanto chiesto, il Comune di Nardò firmerà a questo punto il rinnovo del protocollo d’intesa che garantirà continuità al progetto del Crsec, che non cambierà sede. Una delle condizioni per poter procedere, infatti, era proprioquella di avere i libri nel patrimonio della città. Con la certezza di poterne disporre e senza il rischio che finissero altrove, l’amministrazione comunale può avviare le azioni e gli investimenti programmati nella logica della Community Library. Ecco perché a giugno scorso la giunta aveva dato mandato al sindaco di rinnovare il protocollo e contestualmente chiesto i libri alla Regione.
“La biblioteca del Crsec – annuncia con orgoglio il sindaco Pippi Mellone – rinasce con una autonomia e una capacità d’azione che in decenni non ha mai avuto. Dopo una serie di colloqui con la Regione Puglia, grazie alla disponibilità istituzionale, politica e umana dell’assessore Sebastiano Leo e ad un confronto con l’arch. Maria Raffaella Lamacchia, dirigente della sezione, abbiamo ottenuto quel che volevamo: il patrimonio librario e multimediale della biblioteca diventa parte integrante del patrimonio cittadino. Un arricchimento che non è solo economico, ma che riguarda le nostre radici e la nostra storia recente. Di contro il rischio, a fronte dei pensionamenti del personale (una unità proprio in questi giorni, un’altra a marzo), sarebbe stato quello di ritrovarsi con la chiusura del Crsec e con la dispersione o il trasferimento del suo patrimonio. Quindi ho forzato un po’ la mano perché questo è un passaggio che occorreva fare ora, perché non mi piace restare fermo in attesa degli eventi e perché abbiamo una strategia più complessiva sui servizi culturali. È evidente che le baggianate dei figli e dei nipoti del pentapartito, gli insulti a me, agli altri amministratori e agli elettori, sono un bluff. Con buona pace dei rampolli di quelle dinastie politiche che a Nardò sono riusciti solo a tutelare orti e orticelli personali, far aprire discariche e far chiudere qualsiasi cosa. Perfino l’ospedale”.
“Per l’ennesima volta – aggiunge l’assessore alla Cultura Ettore Tollemeto – rispondiamo con i fatti. Alle parole distorte, alle verità strumentalizzate, alle offese e agli attacchi personali. Come promesso, nessuna biblioteca e nessun luogo di cultura chiuderà nella nostra città. Il Crsec, pur facendo un lavoro certamente apprezzato, è un modello avulso dall’insieme di strategie avviate dall’amministrazione comunale per promuovere lo studio e la lettura e che quindi va profondamente aggiornato, anche alla luce di una strategia in linea con la Community Library. Con l’acquisizione dei libri, con questa base solida e certa, possiamo avviare una serie di investimenti e di azioni indispensabili, tra cui la catalogazione dell’intero patrimonio nel Sistema Bibliotecario Nazionale SBN, nel quale è già presente la biblioteca “Vergari”. Fino ad oggi questo non è stato possibile. Nardò fa un passo in avanti, avrà servizi che si adattano alle esigenze dell’utenza e che quindi saranno accessibili a tutti, concretamente e non solo in linea teorica”.