Carissimi concittadine e concittadini,
questa frase, che prendo in prestito dal Maestro Victor Hugo, racchiude in poche, ma per me molto significative parole, la chiave del mio essere e del mio pensiero.
Per chi non mi conoscesse, sono Alberto Gatto, ho 32 anni, nato e vissuto da sempre a Nardò e svolgo la professione di Avvocato.
Dopo un’attenta, meditata e, per certi aspetti, anche sofferta riflessione ho deciso di scendere in campo, lanciandomi in quella che per me sarà un’avventura assolutamente nuova in un mondo, fino ad oggi, da me inesplorato.
Mi candido come Consigliere Comunale alle elezioni amministrative che si terranno in primavera prossima per il rinnovo del Consiglio Comunale della Città di Nardò, nella lista civica “LIBERI POPOLARI”, un contesto per me ottimale perché, al di là delle vuote sigle di partito, composto da persone amiche che hanno formato una squadra operativa attiva nel corso di questi ultimi cinque anni.
A sostegno di Pippi Mellone, uno che mi conosce bene e che conosco bene sin dai tempi del Liceo Classico che abbiamo frequentato assieme.
Siamo cresciuti nell’ultimo improvvisato campetto dell’ultima periferia, lui a calciare ed io a parare quel pallone rammendato consumato dal tempo.
Non gli ho mai risparmiato le critiche e sono stato avaro di complimenti nonostante la vera e propria impresa elettorale da lui compiuta cinque anni fa. Non salii sul carro del vincitore perché mi riservai di valutare, in disparte e con attenzione, il suo operato.
Oggi è impossibile non riconoscergli il merito di aver rivoluzionato una città non solo sotto l’aspetto delle tante opere pubbliche realizzate ma anche sotto il profilo del modo di fare e di intendere la politica.
E’ arrivato, anche in termini comunicativi, dove altri, prima di lui, non avevano nemmeno immaginato di poter arrivare e lo ha fatto con tenacia e perseveranza.
Ho scelto di spendermi in prima persona perché in tutto ciò che faccio sono abituato a metterci la faccia, ad assumermi le mie responsabilità nel bene e nel male, sempre con la serena consapevolezza di poter guardare negli occhi, senza ritrosie, chi mi sta di fronte.
“Fare politica” e “credere nella politica” sono due concetti contrapposti che rappresentano due macroaree all’interno delle quali collocare i cittadini.
Nel primo gruppo ci sono, infatti, i politici o aspiranti tali (tanti politicanti e lacchè) con tutto il repertorio di belle promesse.
Nel secondo gruppo troviamo gli elettori. C’è, poi, un filo di Arianna sottilissimo che regola l’interazione tra i due gruppi: la fiducia.
Chi mi conosce veramente, sa bene come sono fatto. Gli spigoli del mio carattere rappresentano i princìpi ed i valori che la mia famiglia mi ha trasmesso e che in parte mi sono costati lacrime di sangue e di esperienza che mai, in nessun contesto e per nessuna ragione, sono stato disposto a tradire o rinnegare, anche a costo di rompere legami o amicizie effimere.
La fiducia non si chiede. La fiducia si conquista con l’onestà, la lealtà e l’impegno costante di essere persone corrette all’interno di una società che, negli ultimi anni, sta mostrando allarmanti cenni di degrado e paga, anche e soprattutto, le colpe di una politica a tratti sporca, collusa e sicuramente inadeguata alle esigenze legittime dei cittadini che, mai come in questo periodo di crisi pandemica globale, chiedono lavoro, salute, servizi assistenziali e, non ultimo in ordine di importanza, un ambiente sano e pulito a garanzia delle generazioni future.
Prima di prendere una decisione, ho guardato negli occhi mio figlio, ancora troppo piccolo per dirmi cosa pensa di me ma proprio per questo abbastanza grande da farmi capire che al suo cospetto non posso né mentirgli né mentirmi.
L’esigenza di raccontargli, un giorno, di aver provato a dare anche il mio contributo, in termini di impegno ed idealità, per migliorare il contesto sociale in cui viviamo ha prevalso sulla tentazione di mantenere lo stato di equilibrio e serenità che ho raggiunto dopo anni di sacrifici per rincorrere il sogno di tutti i giovani: la realizzazione dal punto di vista professionale ed affettivo.
Non sono abituato ad improvvisare ed è per questo che se ho deciso di mettermi in gioco l’ho fatto con la consapevolezza di poter mettere a disposizione della collettività l’esperienza professionale che ho maturato nel corso degli anni e che mi permette, oggi, di dirigere uno Studio Legale.
La nostra Nardò ha bisogno di persone volenterose, caparbie e competenti che credono nella Bellezza e la guardano non come un’utopìa bensì come un traguardo alla portata.
Io sono convinto che, con la fiducia degli elettori, potrei seriamente contribuire a migliorare la nostra Città ed a raggiungere quel traguardo.
Non prometto fumo a chi mi voterà ma solo impegno, costanza, sensibilità ed attenzione a tutte le problematiche che, di volta in volta, dovessero passare al mio vaglio perché è così che mi sono sempre approcciato anche in ambito professionale e perché le sfide non mi spaventano ma mi esaltano.