La rete dei percorsi ciclabili da 14 km e 400 metri in ambito urbano ed extraurbano finanziata interamente con le risorse comunitarie dell’Azione 4.4 del P.O.R. Puglia FESR – FSE 2014/2020 di cui Nardò si è dotata non risponde a quanto stabiliscono le linee guida del Ministero dei Lavori Pubblici.
Infatti le procedure adottate dal Comune di Nardò per la realizzazione dell’opera sono in contrasto con le norme contenute nel decreto N. 557 del 30/11/1999 del Ministero dei Lavori Pubblici che regolamenta le caratteristiche tecniche delle piste ciclabili, le linee guida per la progettazione degli itinerari ciclabili ed individua gli elementi di qualita’ delle diverse parti degli itinerari medesimi finalizzandole al raggiungimento degli obiettivi fondamentali di sicurezza e di sostenibilita’ ambientale della mobilita’.
Le finalita’ ed i criteri da considerare a livello generale di pianificazione e dettagliato di progettazione, nella definizione di un itinerario ciclabile infatti sono:
a) favorire e promuovere un elevato grado di mobilita’ ciclistica e pedonale, alternativa all’uso dei veicoli a motore nelle aree urbane e nei collegamenti con il territorio che si ritiene possa raggiungersi con preminente riferimento alla
mobilita’ lavorativa, scolastica e turistica;
b) puntare all’attrattivita’, alla continuita’ ed alla riconoscibilita’ dell’itinerario ciclabile, privilegiando i percorsi piu’ brevi, diretti e sicuri secondo i risultati di indagini sull’origine e la destinazione dell’utenza ciclistica;
c) valutare la redditivita’ dell’investimento con riferimento all’utenza reale e potenziale ed in relazione all’obiettivo di ridurre il rischio d’incidentalita’ ed i livelli di inquinamento atmosferico ed acustico;
d) verificare l’oggettiva fattibilita’ ed il reale utilizzo degli itinerari ciclabili da parte dell’utenza, secondo le diverse fasce d’eta’ e le diverse esigenze, per le quali e’ necessario siano verificate ed ottenute favorevoli condizioni anche plano-altimetriche dei percorsi.
Al fine di predisporre interventi coerenti con le finalita’ ed i criteri anzidetti il Comune di Nardò per realizzare i percorsi ciclabili avrebbe dovuto dotarsi dei seguenti strumenti di pianificazione e di progettazione:
a) un piano della rete degli itinerari ciclabili, nel quale siano previsti gli interventi da realizzare, comprensivo dei dati sui flussi ciclistici, delle lunghezze dei tracciati, della stima economica di spesa e di una motivata scala di priorita’ e di tempi di realizzazione. Il livello di indagini preliminari e di dettaglio
degli elaborati di piano deve essere adeguato alla estensione
dimensionale della rete ciclabile ed alla complessita’ del modello di
organizzazione della circolazione delle altre componenti di traffico.
Se il comune poi è tenuto alla predisposizione del Piano urbano del traffico (PUT), e Nardò lo è, il piano della rete ciclabile deve inserito in maniera
organica, quale piano di settore, all’interno del PUT, secondo le
indicazioni delle direttive ministeriali del 24 giugno 1995. Quel
comune che non è tenuto alla predisposizione del PUT deve comunque
procedere ad una verifica di compatibilita’, soprattutto ai fini della sicurezza, con le altre modalita’ di trasporto esistenti ed utilizzate.
b) i progetti degli itinerari ciclabili, previsti dal piano della rete degli itinerari ciclabili devono prevedere anche, ove necessario, la riqualificazione dello spazio stradale circostante; in particolare, i progetti devono considerare e prevedere adeguate soluzioni per favorire la sicurezza della mobilita’ ciclistica nei punti di maggior conflitto con i pedoni ed i veicoli a motore.
Avremmo voluto che le considerevoli risorse europee (Azione 4.4 del P.O.R. Puglia FESR – FSE 2014/2020) che l’Amministrazione Comunale di Nardò ha speso per realizzare le tanto discusse piste ciclabili rispondessero più alle esigenze della città e dei cittadini e meno agli interessi politici del governo comunale.
Rino Dell’Anna Coordinamento Italia Viva Nardò