Torre Squillace, che sorge al confine nord del territorio neretino e che nel 1500 faceva parte del sistema difensivo costiero del Regno di Napoli, sarà presto fruibile anche all’interno.
La Regione Puglia, infatti, ha finanziato con 25 mila euro un intervento di conservazione dell’immobile, nell’ambito delle risorse della legge regionale n. 44/2018 sulla tutela e fruibilità delle torri costiere pugliesi. Intervento cui il Comune di Nardò contribuirà con altri 5 mila euro di cofinanziamento.
La volontà dell’amministrazione comunale è quella di preservare l’immobile dal degrado e di valorizzarlo a fini turistici e culturali. Il progetto destinatario del finanziamento, che porta la firma dell’architetto Alessandro Giuri e che ha beneficiato del supporto in termini di idee e proposte del comitato “Torre Squillace – Villaggio San Lorenzo”, prevede innanzitutto l’asportazione della vegetazione erbacea le cui radici sono un rischio per la struttura muraria. Si procederà poi con la sostituzione degli elementi esterni in pietra che sono degradati e con interventi importanti nel vano al primo piano: rimozione della microflora, raschiatura di graffiti, scritte e segni vandalici, consolidamento dello strato corticale, ripristino delle parti d’intonaco mancanti, stuccatura e tinteggiatura, integrazione e pulitura del pavimento in graniglia di marmo. Saranno installate, inoltre, porte e finestre (attualmente assenti) e sarà ripristinato il muretto a secco di recinzione. Tutto ciò renderà possibile la fruizione del bene.
Le risorse a disposizione per Torre Squillace, così, diventano complessivamente 65 mila, considerando i 35 mila euro già messi a disposizione dal progetto “Rigeneri AMO la Natura” di Intesa Sanpaolo e Legambiente, finalizzato a valorizzare quattro oasi del sud Italia attraverso una raccolta fondi partita in occasione della ventiduesima edizione del festival “La Notte della Taranta”, nell’agosto 2019. Risorse che serviranno invece a migliorare la fruizione dell’area intorno alla torre in termini di accessibilità attraverso la realizzazione di percorsi guidati che permettano la massima godibilità dei punti di vista panoramici più belli (attraverso staccionate in legno, arredi e attrezzature, tabelle descrittive e altri interventi di minimo impatto e massima compatibilità paesaggistica). Favorendo, di fatto, la possibilità di aggregazione e incentivando al rispetto dell’ambiente e del paesaggio.
“Questa è una torre preziosa da un punto di vista storico, culturale e ambientale – spiega l’assessore all’Ambiente Mino Natalizio – e per questo si presta anche alla piena fruizione. La storia che può vantare, la sua importanza architettonica e il contesto straordinario in cui è posta, sono elementi che ci permettono di creare un motivo di attrazione in questa parte del nostro territorio. Già interessata da interventi di consolidamento nel 2009 e poi “attrezzata” con telecamere di videosorveglianza per l’ispezione continuativa dell’intorno, con questi ulteriori pacchetti di risorse disponibili la torre potrà diventare il centro di un’area molto più accessibile e fruibile. Con orgoglio posso dire che confermiamo la spiccata sensibilità del territorio per la difesa dell’ambiente e della natura. Grazie per questo ulteriore finanziamento alla Regione Puglia, al presidente Emiliano e all’assessore Piemontese”.
Torre Squillace è situata al centro dell’Area Marina Protetta e segna il confine nord della costa del comune di Nardò. Si staglia in un’ampia zona pianeggiante, a pochi passi da una piccola baia sabbiosa e circondata da vegetazione mediterranea. Il bene appartiene alla tipologia della “Serie di Nardò” caratterizzata da particolari elementi costruttivi come la tipica scala monumentale esterna. Ha una struttura a pianta quadrata e, al primo piano, un unico vano con volta a botte. Nel pavimento è presente una imboccatura che consentiva l’approvvigionamento idrico dalla cisterna sottostante racchiusa all’interno del basamento. La costruzione della torre rientra nel più vasto progetto, pianificato da Carlo V, per la realizzazione di un sistema difensivo lungo i 1500 chilometri di costa del Regno di Napoli. Secondo alcune fonti, la costruzione della torre, allora denominata Scianuri o Scianuli, risale al 1567. Una curiosità: nel 1707 nella torre furono rinchiusi 16 turchi naufragati lungo la costa e costretti a osservare una quarantena per evitare la diffusione della peste. Nel 1820 fu ceduta in custodia alle guardie doganali per poi essere affidata nel 1829 all’Amministrazione della Guerra e della Marina. Nel 1940 divenne una postazione di artiglieria dell’Esercito, attiva fino all’armistizio del 1949.