Il Museo della Civiltà Contadina e delle Tradizioni Popolari, intitolato al compianto Paolo Zacchino, ha finalmente una dimensione più consona al suo ruolo storico, etnografico e culturale e più adeguata all’accoglienza della enorme mole di materiale disponibile e mai completamente reso fruibile a causa proprio della mancanza di spazio.
Domani, sabato 29 febbraio, con una cerimonia in programma alle ore 18 il Museo inaugurerà infatti la sua “casa” allargata. I locali del torrione sono stati collegati da un punto di vista spaziale e funzionale agli ambienti al piano terra del castello che sino a qualche anno fa ospitavano l’ufficio Tributi del Comune, concessi dall’amministrazione comunale a seguito di una richiesta dell’associazione “Amici Museo di Porta Falsa” che da sempre gestisce il Museo.
Il Museo vuole salvaguardare e custodire lo spirito del territorio fortemente alimentato dal lavoro dei padri, nella consapevolezza che la vita dei nostri giorni trova nelle tradizioni la sua preziosa eredità. Un patrimonio collettivo, un bene comune, che occorre tutelare per preservare l’esperienza di chi è venuto prima di noi e per meravigliare le tante persone che visitano la città e che trovano nel Museo un incredibile motivo di attrazione.
Il programma della cerimonia prevede alle ore 18 il ritrovo nel piazzale antistante il torrione, davanti all’ingresso del Museo; alle ore 18:30 il saluto delle autorità e un momento significativo in ricordo di Paolo Zacchino; alle ore 19:15 il taglio del nastro con la benedizione del vescovo della diocesi di Nardò Gallipoli mons. Fernando Filograna; alle ore 20 il buffet a cura dell’istituto alberghiero “Moccia” nell’atrio del castello.
L’allargamento del Museo della Civiltà Contadina e delle Tradizioni Popolari conferma la volontà dell’amministrazione comunale di consolidare la naturale vocazione del castello quale contenitore culturale e museale di pregio della città. Un orientamento favorito dalle scelte compiute sul fronte della modifica della “geografia” degli uffici comunali e, nello specifico, dal trasferimento di molti di essi nella nuova sede di via Falcone. Nel torrione, sino ad oggi, il Museo ha potuto esporre solo una parte degli strumenti, dei modelli, delle fotografie, degli arredi e degli attrezzi da lavoro che compongono il patrimonio museale, per questo si è reso necessario un allargamento finalizzato a una migliore fruizione, a una più agevole impostazione e suddivisione di tutti gli oggetti in cinque sezioni (Contadina, Arti e mestieri, Vita domestica, Tradizioni popolari, Nardò sparita), a una migliore conservazione del materiale, infine all’espletamento di attività didattiche, conferenze, incontri culturali e laboratori.
“Per quello che rappresenta e per onorare la sua “missione” di presidio della storia, della memoria e delle tradizioni – spiega l’assessore con delega ai Musei Mino Natalizio – il Museo della Civiltà Contadina e delle Tradizioni Popolari merita di avere una sede più adeguata alla sue esigenze e al suo ruolo. Parliamo di un attrattore da sostenere e da potenziare nell’ottica di una sempre più capillare qualificazione dell’offerta turistica e culturale del territorio. Per altro verso, l’amministrazione ha deciso strategicamente di assecondare la vocazione del castello a contenitore culturale e questa scelta va esattamente in quella direzione”.