UN PIAZZALE DEDICATO AL CARABINIERE “PARTIGIANO” LUIGI ZACCHINO

Il piazzale delimitato da via Raho e viale della Libertà è stato intitolato a Luigi Zacchino, maresciallo dei Carabinieri originario di Nardò che negli anni tra il 1943 e il 1945, in Toscana, sostenne la causa dei gruppi partigiani.

La cerimonia si è tenuta ieri alla presenza del presidente del Consiglio comunale Andrea Giuranna, del consigliere Paolo Arturo Maccagnano e degli amministratori del Comune di Manciano (Grosseto), dove il militare neretino prestò servizio sino al 1951. In particolare, hanno rappresentato il Comune toscano e tutti i cittadini mancianesi l’assessore alle Politiche Sociali Valeria Bruni, l’agente di Polizia Locale Erika Terzini e il maresciallo dei Carabinieri Giovanni Scotto. Presente alla commemorazione anche la figlia di Luigi Zacchino, Gianna Rosa, nata a Manciano, proprio all’interno dell’attuale caserma dei Carabinieri. Gli amministratori dei due Comuni si sono lasciati con la reciproca promessa di avviare le procedure di gemellaggio.
Luigi Zacchino, classe 1905, comandò la stazione dei Reali Carabinieri di Manciano nel periodo della caduta del fascismo. Sin dalla notizia dell’armistizio, sostenne la causa dei renitenti alla leva della RSI e dei gruppi partigiani, informandoli di possibili rastrellamenti. Uno straccio rosso avvolto alla persiana del corridoio della caserma era il segnale che utilizzava per avvisare del pericolo. Nell’ottobre del 1943, venuto a conoscenza delle intenzioni dei fascisti di arrestare Sante Arancio, comandante del primo gruppo partigiano della zona, la Banda Arancio di Montauto, riuscì ad avvertirlo consentendogli di mettersi in salvo con la famiglia. Fu molto vicino alla Banda, che lottava per la liberazione nella Maremma tosco-laziale, e proprio sua nipote Virginia porta il nome della moglie di Arancio Santi. Disattendendo gli ordini e non curandosi delle minacce del prefetto fascista Alceo Ercolani, che sollecitava gli arresti dei giovani renitenti alla leva, in più occasioni assicurò rifornimenti alimentari e munizioni alle formazioni partigiane della zona. Successivamente si occupò del fermo e degli interrogatori di un centinaio di fascisti, contribuendo all’accertamento delle responsabilità di diverse azioni repressive ed eventi sanguinari.
“Abbiamo prontamente accolto la segnalazione del sindaco di Manciano – ha spiegato Andrea Giuranna – ricostruendo, grazie anche alla collaborazione fattiva del consigliere Paolo Arturo Maccagnano, l’opera di questo coraggioso maresciallo e legando i fili di una storia che oggi vede testimoni i cittadini di Manciano e i familiari, ad iniziare dalla figlia Gianna Rosa. Ci siamo lasciati con la reciproca promessa di avviare le procedure di gemellaggio tra i due comuni, naturalmente nel nome di Luigi Zacchino”.
“Siamo emozionati – ha detto l’assessore Valeria Bruni – perché quella di oggi è una giornata tanto importante per Nardò quanto per i mancianesi. Siamo felici di essere presenti a Nardò per ricordare una figura così importante, tanto cara a tutti i mancianesi. Molti chilometri ci separano da Luigi Zacchino ma la memoria mantiene vivo questo legame, indissolubile. Grazie maresciallo Luigi per ciò che hai fatto per noi”.