Lo immaginiamo così, solitario, di fronte allo specchio mentre si rivolge domande “scomodissime” e, dopo un sospiro dalemiano, si risponde, con piglio, deciso, disinvolto. È l’ennesima, triste, diapositiva della carriera politica di Marcello Risi, caduto nell’ultimissima e impensabile delle sciagure personali: l’autointervista. Non fosse la contraddizione per antonomasia, penseremmo di trovarci di fronte a una trovata geniale. Invece è soltanto un atto disperato. Nemmeno l’Emilio Fede di casa nostra, dalla sua scrivania “pubblica” ha trovato stavolta cinque minuti per fargli la solita, incalzante, emozionante e scoppiettante intervista.
Ma non fate l’errore di essere superficiali, perché la sostanza dell’autointervista colpisce forse più della forma. “Mellone è ben al di sotto del 50% dei consensi” tuona Risi a se stesso con una prodezza a metà tra mago Otelma e Nando Pagnoncelli. Quindi aggiunge che lui è per una caratterizzazione “civica” della coalizione che sfiderà l’attuale sindaco. Giusto, come un lupo convertito al veganesimo… tanto mica fa politica da 350 anni, mica ha frequentato una segreteria di partito prima della scuola dell’obbligo, mica ha militato in tutte le versioni moderne del Pci italiano, fino a uscirne (per finta). Infine, la “bomba”: la coalizione anti-Mellone dovrà essere formata da Pd, Forza Italia e Movimento Cinque Stelle. Buona idea, in effetti non ci ha ancora pensato nessuno. Consigliamo aperture decisive a Sel, a Sudtiroler Volkspartei, al movimento dei forconi e, se non dovesse bastare, all’elettorato di Galatone. Forse solo così correrebbe davvero il rischio di vincere!
Gianluca Fedele
Consigliere comunale
Capogruppo Andare Oltre