ILLUMINAZIONE VOTIVA, PACE FATTA TRA COMUNE E DITTA BORGIA

Il sindaco Pippi Mellone: “Hanno vinto i cittadini: ora c’è chiarezza, risparmio e sicurezza”.

Si conclude in maniera positiva la disputa tra la ditta Borgia e il Comune di Nardò. A seguito della transazione avvenuta il 9 aprile scorso e sottoscritta dal sindaco Pippi Mellone, dal dirigente dell’Area Funzionale n. 1 Cosimo Pellegrino, dal titolare della ditta Giovanni Maria Borgia e dagli avvocati delle parti, Giovanni Pellegrino (per la ditta Borgia) e Paolo Gaballo (per il Comune di Nardò), si pone la parola fine su una vicenda importante, che consente all’amministrazione comunale di mettere finalmente ordine sul fronte della illuminazione votiva del cimitero. La transazione è stata ratificata ieri sera dalla Giunta.

In sostanza, la ditta Borgia tornerà ad occuparsi dei servizi elettrici all’interno del cimitero fino alla scadenza naturale della vecchia convenzione, fissata al 18 luglio 2021. In vista di questa scadenza l’amministrazione comunale stilerà un bando di gara per l’individuazione di un nuovo gestore, che darà continuità ai servizi. L’accordo contiene numerosi vantaggi per l’ente e per i cittadini: il canone annuale rimarrà ancorato a 13 euro (e non più 24 come previsto in passato); l’impianto verrà adeguato e reso conforme alle normative vigenti, colmando le lacune riscontrate dai tecnici; il Comune gestirà direttamente gli introiti relativi alle circa 10 mila utenze, puntando ad incassare almeno 130 mila euro l’anno, 84 mila dei quali verranno riversati alla ditta Borgia per i servizi concordati.

Si risolve in maniera positiva dunque anche il gravoso problema dell’inadeguatezza dell’impianto, che aveva costretto l’amministrazione comunale (a fronte delle carenze riscontrate) a risolvere il contratto con la ditta Borgia, al fine di garantire la sicurezza degli utenti. Oltre agli interventi già eseguiti dall’ente nel corso degli ultimi mesi, verranno effettuati ulteriori e importanti adeguamenti, per ben 90 mila euro, secondo il progetto redatto dal prof. Giuseppe Cafaro, docente di Sicurezza e Normativa nel settore elettrico presso il Politecnico di Bari. I lavori saranno a carico del Comune, mentre il progetto è stato pagato dalla stessa ditta Borgia. Tutti gli impianti rimarranno di esclusiva proprietà dei cittadini di Nardò, una prospettiva di chiarezza visto che negli anni c’è sempre stata incertezza su questo punto. Ora, con la sottoscrizione dell’accordo, la ditta Borgia (a cui veniva riconosciuta dalla convenzione del 1991 una serie di introiti in ragione dei lavori che aveva realizzato negli anni) ha dichiarato di “non aver nulla a pretendere a qualsiasi titolo, ragione o causa” dal Comune di Nardò.

“Abbiamo dimostrato di non avere nessuna preclusione per la ditta Borgia – spiega il sindaco Pippi Mellonementre confermiamo quella che è la stella polare di questa amministrazione: lavorare nell’interesse dei cittadini. Per anni abbiamo ascoltato i proclami di un centrodestra che a parole si schierava contro i monopoli ma nei fatti lavorava per difendere le posizioni di potere dei più ricchi, dai Berlusconi fino all’ultimo dei monopolisti. Per anni abbiamo subito il vociare fastidioso e persistente di una sinistra che chiacchierava di attenzione per gli ultimi ma che nei fatti metteva sgambetti alle persone più povere, come è avvenuto per questo canone di illuminazione votiva che ho considerato sempre troppo esoso e che, com’è noto, pesa maggiormente su anziani, persone sole e meno abbienti. Anche in questo caso abbiamo dato loro una bella lezione! Abbiamo messo fine a un monopolio che durava da 70 anni, riconsegnando ai cittadini ciò che è loro di diritto. Con questo accordo tra le parti, che annulla ogni procedimento giudiziario in corso, mettiamo la parola fine a questa lunga storia. Chiaramente ora in molti dovranno mettersi l’anima in pace: con me l’amministrazione comunale lavora nell’esclusivo interesse dei cittadini. Quindi, fatta questa, siamo pronti per le prossime lezioni: ridaremo ai neretini tutto ciò che la vecchia politica ha negato per anni”.