IL CONSIGLIERE PICCIONE QUERELA MELLONE. L’ACCUSA NON SI ARCHIVIA, DECIDERÀ IL PM

Sui tavoli della procura della Repubblica di Lecce uno scambio di denunce tra il sindaco Pippi Mellone e il capogruppo Pd Daniele Piccione.

Tutto inizia quando il sindaco querela, insieme ad altre persone, il consigliere comunale per “procurato allarme” su un argomento di dibattito politico. Piccione, evidentemente stanco di querele utilizzate come arma di lotta politica, presenta a sua volta denuncia nei confronti del sindaco, per diffamazione e calunnia.

A settembre il pm Emilio Arnesano propone l’archiviazione dell’accusa nei confronti del primo cittadino ma l’avvocato di Piccione, Giuseppe Cozza, si oppone e affronta, insieme al legale della controparte, l’udienza per la discussione del caso davanti al Gip Giovanni Gallo.

Il giudice rileva la precisione e la validità delle argomentazioni giuridiche di Cozza, decide di rigettare la richiesta di archiviazione ed ordina al Pm di procedere con le indagini nel termine di quattro mesi.

La curiosità è nelle parole dell’ordinanza stessa: “preliminare all’esame in fatto ed in diritto delle questioni sottoposte al vaglio di questo giudicante appare l’acquisizione della denuncia sporta dall’odierno indiziato avverso l’opponente, nonché della copia del fascicolo e degli eventuali provvedimenti definitori da essa scaturiti”.
Documenti che, allo stato, non sarebbero presenti nel fascicolo lasciato da Arnesano.