Con un finanziamento di 120 mila euro da parte della Regione Puglia, il Comune di Nardò potrà acquistare il pianoro di Serra Cicora, sito ricco di preziosissime testimonianze archeologiche e al centro di una campagna di scavi condotta dall’Università del Salento tra il 1998 e il 2005, a seguito di una segnalazione del Gruppo Speleologico Neretino. Il finanziamento è stato accordato in virtù della legge regionale n. 67 del 2017 (modificata con la legge regionale n. 44 del 2018) che prevede che la Regione conceda contributi straordinari ai Comuni pugliesi per l’acquisizione di beni culturali e di beni di notevole interesse culturale e sociale, allo scopo di valorizzare il patrimonio culturale e il turismo. Il pianoro di Serra Cicora è stato dichiarato bene di interesse culturale dal Mibact (Direzione regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia), che lo ha sottoposto a vincolo nel 2013, e la relativa stima è stata redatta dall’Agenzia del Territorio (Ufficio provinciale di Lecce).
Il pianoro è in località Serra Cicora e domina un tratto di costa a poca distanza dalla baia di Uluzzo. Sul sito sono state registrate frequentazioni in epoca neolitica lungo un arco di tempo che va dai primi secoli del VI sino a buona parte del V millennio a.c. Il sito è circondato da un muro a doppia cortina di grossi blocchi (che si è conservato per circa 160 metri), la cui costruzione risale al neolitico antico. Nell’area antistante sono state rinvenute anche una sepoltura e altre strutture funerarie. Si tratta di circoli di pietre contenenti inumati, sepolture singole in fossa o sulla nuda roccia, che costituiscono un vero e proprio monumento megalitico. Il pianoro di Serra Cicora è uno degli esempi meglio documentati di necropoli in Italia meridionale, grazie al buono stato di conservazione delle strutture, all’organizzazione dei luoghi destinati ai defunti, alla complessità dei rituali attestati, alla quantità di dati recuperati. In generale, il sito offre uno spaccato della realtà sociale, culturale e funeraria delle genti neolitiche, una realtà particolare per l’età avanzata, la presenza di stress da lavoro e le modalità di seppellimento dei defunti.
“Portiamo a casa un risultato che la città insegue da molti anni – annuncia l’assessore all’Ambiente, ai Parchi e ai Musei Mino Natalizio – da quando cioè abbiamo avuto la certezza che su quel pianoro ci sono testimonianze archeologiche dall’importanza enorme. Abbiamo sfruttato l’opportunità di questi contributi straordinari della Regione Puglia per l’acquisizione al patrimonio pubblico di beni di interesse culturale, ottenendo risorse che sarebbe stato complicato reperire altrimenti. È un fatto che ha una rilevanza straordinaria perché arricchisce di fatto la dotazione del Distretto Archeologico di Portoselvaggio e, una volta fatto uno sforzo doveroso in termini di valorizzazione, rende il territorio ancora più attraente dal punto di vista culturale e turistico”.