ANCHE A NARDÒ JANUS RIVER, IL CICLISTA GIRAMONDO

È arrivato anche a Nardò Janus River, il signore polacco di ottantadue anni che da quasi vent’anni gira il mondo in bicicletta cullando il sogno del viaggio e della libertà assoluta. L’instancabile ciclista ha scelto di fare una sosta in città ospite del Grand Hotel Riviera di Santa Maria al Bagno e ieri ha incontrato gli studenti delle classi di primaria e di secondaria di primo grado dell’istituto di piazza Umberto I, ai quali ha raccontato la sua esperienza e la sua vita sulle due ruote. Sempre nella giornata di ieri è stato ospite degli assessori Mino Natalizio e Giulia Puglia in una trattoria del centro storico, che ha poi voluto visitare con la “guida” proprio dei due amministratori. Nardò è una delle tappe del viaggio di quest’uomo appassionato della bicicletta e del mondo, che dal 2000 a oggi ha percorso oltre 400 mila chilometri in 124 Paesi, dando vita a una catena infinità di solidarietà e di simpatia.

Nato in Siberia da padre polacco e madre russa, Janus River scappò dalla Polonia a ventotto anni per sfuggire al regime comunista. Ha vissuto e lavorato in Italia per molto tempo, sino alla notte del 31 dicembre 1999, quando decise di cambiare vita. Prese una robusta mountain bike e un borsone e da Fregene iniziò a pedalare per le strade di tutto il mondo. In questo periodo sta percorrendo il Sud Italia, le prossime tappe saranno il Sud America, l’Australia e la Cina. Sempre senza fretta, a piccole tappe di una ventina di chilometri al giorno, dormendo in alberghi, agriturismi e conventi che lo ospitano gratuitamente, seguendo una dieta senza eccessi e vivendo di fatto con pochissimi euro al giorno. E soprattutto con la stessa bicicletta del primo giorno di viaggio. Di ogni città, piccola o grande, ha mille storie da raccontare, ricordi di persone che ha conosciuto, affetto da conservare.

“È una storia eccezionale – dicono gli assessori Mino Natalizio e Giulia Pugliauna storia di libertà e anche di grande forza di volontà. Parlare con Janus è davvero un esercizio di vita che arricchisce, per il suo modo di pensare, per l’esperienza che ha fatto, per le incredibili aspirazioni che ha. Basti pensare con quanta curiosità lo hanno accolto e ascoltato i nostri studenti. Anche Nardò dunque, come è successo in tutti i posti in cui è stato, lo ha “coccolato” e gli ha augurato buon proseguimento”.