Ecco il luogo dove è avvenuto il fatto. Precisissimo e fondamentale l’identikit fornito dalla signora. Resta il grave problema della scarsa sicurezza per chi frequenta l’area protetta in bassa stagione. Altrove (vedi alle Cesine) esisteno controlli effettuati con l’ausilio di videocamere oppure con pattuglie di vigilanti.
Indagine lampo. È stato già individuato l’uomo che si è reso protagonista di un tentato stupro, nella pineta di Portoselvaggio, ai danni di una cinquantenne di Nardò. La sua identità è nota ma per ora non è stato rintracciato; gli investigatori potrebbero raggiungerlo già nella giornata di oggi. La donna è riuscita a sfuggire alla violenza da parte dell’uomo, sabato intorno a mezzogiorno, reagendo con decisione, urlando e colpendolo più volte con i due manubri di metallo che stava usando per l’allenamento nel parco. Si tratterebbe di una persona poco più che trentenne con disturbi psichici, che già in passato avrebbe messo in atto azioni simili.
Per questo motivo l’identikit fornito dalla donna, alla quale sono rimaste impresse le fattezze dell’uomo visto in volto per pochissimi istanti, è stato preziosissimo: alto circa un metro e ottanta, magro e dell’apparente età di 30/35 anni. Tanto è bastato per inquadrarlo nel database della polizia che ha chiuso il cerchio intorno ad un uomo della zona, evidentemente già noto. L’episodio si è verificato lungo la strada che si dipana dall’ingresso di Villa Tafuri e scende fino alla baia principale del parco. Un percorso non molto frequentato da persone a piedi ma prediletto dai ciclisti. Il fattaccio si è verificato lì, intorno alle 12.30.
La donna, dopo aver respinto l’assalto alle spalle, è stata scaraventata a terra e minacciata dall’uomo con un pugno chiuso, gesto con il quale le intimava di non gridare. Dopo l’accaduto e il grosso spavento, la signora ha anche avuto la forza di mettere in guardia le altre donne di Nardò: con un post sul suo profilo social ha voluto avvisare tutte dell’accaduto, mettendo in guardia altre persone sui rischi che si corrono a restare isolate nel parco. Parole di preoccupazione, ma lucide e ferme, con una minuziosa descrizione di quanto le era appena accaduto.
A questo punto, però, gli episodi si stanno moltiplicando di pari passo con la fama e la notorietà dell’area protetta. Sta alle istituzioni ed ai gestori del parco di individuare misure di controllo e monitoraggio (come accade in altre zone protette d’Italia) per garantire sicurezza anche e soprattutto in bassa stagione quando la presenza rarefatta di visitatori non garantisce standard minimi di tranquillità.
Già in passato esibizionisti e mitomani hanno importunato ragazze, signore e giovani coppie. L’ultimo episodio risale al marzo scorso quando un esibizionista venne preso a pietre da alcune agguerrite signore che passeggiavano in gruppo.