L’amministrazione comunale neretina non sta a guardare e sul decreto Martina passa al contrattacco. Il sindaco Pippi Mellone, infatti, ha firmato ieri un’ordinanza (n. 195) contingibile e urgente con la quale vieta su tutto il territorio comunale, a scopo cautelativo e in via precauzionale, di utilizzare in agricoltura pesticidi e prodotti fitosanitari estranei alle normali prassi agricole, quindi nei modi e nelle forme previste dal decreto. Il provvedimento intende tutelare l’ambiente e la salute pubblica, preservare da possibili contaminazioni il suolo, l’acqua, i prodotti agricoli, salvaguardare infine la biodiversità. Chi viola il divieto è soggetto alla sanzione amministrativa di 500 euro.
Il decreto “incriminato” è quello con cui il ministro alle Politiche Agricole Maurizio Martina ha imposto, dallo scorso 6 aprile, l’obbligo dei pesticidi per contrastare la lotta al vettore della xylella fastidiosa. Una disposizione contro la quale nel Salento si sono levate le proteste del mondo agricolo, delle associazioni di categoria, delle amministrazioni locali, dell’ordine dei medici e di molti altri organismi. L’ordinanza ricorda che il decreto obbliga all’uso di erbicidi come il glifosato, rispetto ai quali, a più riprese e da fonti autorevoli sono stati denunciati i gravi rischi per la salute umana, oppure all’uso di insetticidi, indicando in maniera specifica alcuni neonicotinoidi e citando in via preferenziale l’acetamiprid, sbilanciando, di fatto, la scelta verso sostanze altamente nocive piuttosto che verso altre (piretine, olio essenziale di arancio dolce), approvate in agricoltura biologica e a basso impatto. In particolare, l’acetamipirid è neurotossico e può avere conseguenze biologiche negative su fegato, reni, tiroide, testicoli e sistema immunitario, mentre i neonicotinoidi sono associati ad alterazioni dello sviluppo come tetralogia di Fallot, anencefalia, disturbi dello spettro acustico, alterazioni motorie e, inoltre, a effetti devastanti per le api e di conseguenza per la biodiversità e la sicurezza alimentare.
“Com’è noto, queste sostanze – spiega il sindaco Pippi Mellone – possono rimanere nel suolo e nelle falde acquifere per lungo tempo e possono accumularsi nelle piante, comprese quelle a destinazione alimentare umana e animale. Non possono essere imposte per legge. Attenderemo le disposizioni dell’Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia, cui il decreto demanda la decisione sulle modalità operative sui singoli territori, ma nel frattempo vogliamo eliminare ogni rischio e agire tempestivamente a tutela dell’ambiente e della salute. Non è una questione di disobbedienza, ma semplicemente un atto di difesa ragionevole del territorio. C’è molta agitazione tra gli agricoltori, soprattutto chi ha scelto di investire sul biologico, tra gli operatori del turismo, che temono un danno d’immagine, tra i cittadini, che hanno paura del cibo contaminato. Capisco perfettamente che in gioco c’è la sopravvivenza dei nostri ulivi e delle altre piante a rischio, ma non è pensabile che per questo si obblighi all’uso scriteriato dei pesticidi, con rischi altissimi per l’equilibrio ambientale”.