L’associazione di Tutela dei Diritti dei Consumatori ed Utenti “AVVOCATIDEICONSUMATORI” di Nardò dice basta al clima di tensione e presunta violenza verbale che molti cittadini lamentano di respirare in città ormai da troppo tempo, e scrive al Prefetto.
Come soggetto portatore di interessi collettivi, impegnata nella diffusione della cultura della legalità e nell’attenzione dell’opinione pubblica verso detto tema, l’Associazione accende un faro sui modi e i messaggi veicolati dal Sindaco, dalle istituzioni, da personalità investite di ruolo pubblico nell’attuale amministrazione, messaggi verso opposizione e giornali dall’effetto apparentemente devastante, che teme possano alimentare l’odio e finire per dividere la popolazione in fazioni, gli uni contro gli altri, come contemporanei Guelfi e Ghibellini.
Nella missiva, che conta decine di pagine di allegati fotografici prova di quanto descritto di cui, a mero titolo esemplificativo, se ne riportano alcuni in calce alla presente, si sottolinea come “analoghi modi di rapportarsi ai cittadini ed ai colleghi di opposizione consiliare pare siano assunti, peraltro, anche da altri componenti della maggioranza di governo cittadino in questione e dai partiti e rappresentanti di movimenti facenti capo ad essa che, al pari del Sindaco Mellone (…) pare considerino le sconfitte elettorali quali “bruciori e scottature (…) a cui rimediare, su suggerimento sia del Primo Cittadino di Nardò che di qualche illustre nominato, con “tanta pomata”.
Avvocatideiconsumatori sottolinea l’apparente clima astioso ed offensivo che si respira durante i consigli comunali e porta ad esempio quello del 2 Marzo 2018, quando il Presidente del consiglio comunale si rivolge ad un consigliere di opposizione rimarcando come “ Io posso fare quello che voglio per interromperla, consigliere Piccione, io sono il presidente e lei il consigliere”. Nella stessa seduta, ricorda l’Associazione, il consigliere di maggioranza Giuseppe Verardi apostrofa i colleghi di opposizione quali “MOSTRI” e ribadisce che “l’opposizione per me conta MENO DI ZERO, come già contava ZERO quando era in maggioranza”.
Ultimo ma non meno importante, nei punti che l’associazione di tutela dei diritti dei consumatori segnala al Prefetto, vi è la comunicazione fatta attraverso canali social come Facebook e manifesti affissi sulle plance della città. Il motivo di questa lettera, spiega l’Associazione nella sua rappresentante Moira Epifani, è che “il diffondersi, in maniera continuativa e probabilmente delirante, farraginosa, rancorosa, grossolana, dispregiativa, di messaggi comunicativi di questo tenore, possa provocare, sull’opinione pubblica, un effetto destabilizzante, traumatizzante e deleterio, lontano dall’immaginario di legalità che dovrebbe contraddistinguere ogni città pacifica e democratica, i cui abitanti possano sentirsi tranquilli e liberi di esprimersi, nel rispetto delle parti, anche in caso di vedute ed opinioni opposte, in un reciproco civile confronto alla pari, e soprattutto con le Istituzioni che li rappresentano e ne sono da esempio.
Diversamente, invece, si incorrerebbe in evitabili e pericolose tensioni locali, alla base della verosimilmente fomentata divisione tra sostenitori ed oppositori”.
La lettera ricorda anche il clima già poco sereno in città, per via dei recenti e continui fatti che hanno portato Nardò agli onori della cronaca – l’escalation di misteriosi incendi notturni a mezzi e vetture di attività commerciali che ne hanno minato la sicurezza pubblica – e rimarca come sia auspicabile che il Prefetto inviti il Sindaco e i suoi rappresentanti “ad adottare toni, modi, espressioni ed atteggiamenti più attinenti e consoni al ruolo istituzionale rivestito ed alla carica ricoperta all’interno dell’istituzione”, nel rispetto indifferente di tutti i cittadini e di alcune categorie professionali, come quella dei Giornalisti, sovente pubblicamente attaccata.
Oltre al Prefetto di Lecce e, per conoscenza, al pertinente Ministero dell’Interno, la missiva è stata inviata anche all’ORDINE DEGLI AVVOCATI DI LECCE ed al relativo Consiglio Nazionale Forense, in quanto ordini di appartenenza delle personalità citate nella lettera, per la “presunta violazione delle previste norme di cui all’art. 2, 9.2 e 56 del Codice Deontologico Forense che impongono, a qualsiasi avvocato, anche al di fuori dell’attività professionale e nei comportamenti della vita privata, l’osservanza dei doveri di probità, dignità e decoro, nella salvaguardia della propria reputazione e della immagine della professione forense”.
Abbassare i toni, lavorare in silenzio, unire e non dividere: sono questi i compiti a cui il Prefetto dovrebbe richiamare il Sindaco e la sua amministrazione, almeno nelle aspettative dell’Associazione che registra quotidianamente il malcontento di tanti cittadini, stanchi e preoccupati.
Avvocatideiconsumatori Nardò
Il Responsabile
(Moira EPIFANI )