E’ del tutto sbagliato affermare che il Comune di Nardò abbia registrato, per l’anno 2011, uno “sforamento” del Patto di stabilità. La verità è diversa.
Nella seconda metà dell’anno 2011 – su espressa richiesta del Sindaco Marcello Risi, appena insediato – i vari settori del Comune di Nardò portarono alla conoscenza del sindaco stesso l’elenco delle partite debitorie che né i precedenti amministratori né il Commissario Prefettizio D’Onofrio avevano provveduto (come invece avrebbero dovuto) a iscrivere nel bilancio 2010 e in quelli precedenti, forse per non rendere palese lo sforamento del patto di stabilità verosimilmente verificatosi in costanza della loro gestione amministrativa. I revisori dei conti dell’epoca – fra i quali sedeva Giampiero Lupo, attuale assessore al Bilancio – non ebbero a formulare stranamente alcun rilievo relativo al mancato accertamento dei debiti nascosti, per i bilanci degli anni precedenti al 2011, pesantemente inficiati da quelle omissioni. Quegli stessi revisori che, insediatosi il Sindaco Risi, mutarono la loro condotta nei confronti dei debiti fuori bilancio (perché soltanto nel 2011?) e scelsero inopinatamente di far mancare la sottoscrizione del Presidente dell’organo di revisione in calce alla certificazione relativa al raggiungimento del patto di stabilità, adducendo come motivazione il mancato accertamento di tutti i debiti fuori bilancio entro l’anno 2011. Rispetto a questo specifico argomento, va ribadito che nessun espresso obbligo normativo imponeva meccanicamente di giudicare in modo sfavorevole il mancato riconoscimento da parte del Consiglio Comunale di tutti i debiti fuori bilancio (quasi tutti provenienti da esercizi precedenti, n.d.r.). D’altronde, il brevissimo tempo a disposizione (appena cinque mesi), la gran mole di debiti nascosti (all’incirca 6 milioni di euro) e – spesso – gli iter contorti che avevano contrassegnato il sorgere di quei debiti, non avevano dato ai Consiglieri comunali la possibilità materiale di svolgere l’analisi informata e l’accertamento di quelle partite (tale azione di verifica e di accertamento fu correttamente portata avanti e conclusa in tempi successivi). E va anche riaffermato, senza alcuna ombra di dubbio, che esclusivamente quella mancata sottoscrizione (decisa a cuor leggero e senza avere a mente il bene della comunità neritina) da parte del presidente dei revisori comportò automaticamente – in regime di spending review sulla pelle dei deboli – la dichiarazione da parte governativa del mancato rispetto del patto di stabilità interno (non sforamento, che è un’altra cosa) e, per il 2012, il mancato trasferimento al Comune di Nardò di una somma pari a circa 850 mila euro, che si riverberò negativamente sui servizi ai cittadini e sulle provvidenze alle fasce incapienti. Alla faccia di presunti danni erariali! Chi avesse in animo di “difendere” presso la Corte dei Conti le ragioni del nostro Comune, nello stesso modo e con la medesima competenza di allora, è pregato di restarsene a casa e di non fare altri danni alla nostra comunità.
Roberto My, Consigliere Comunale Nardò
Alessandra Boccardo, Coordinatrice MDP – Art.1 Nardò