L’intervento riguarda l’amara notizia del giorno. E il fallimento di Pippi Mellone con il rischio che l’assessore Sodero diventi il caprio espiatorio di una gestione isterica, scompensata e fuori registro di ogni evento, in positivo e in negativo che sia.
La notizia che tra gli indagati dell’operazione condotta dalle Forze dell’Ordine contro il triste e odioso fenomeno del caporalato a Nardò vi sia il suocero dell’Assessore ai Servizi Sociali Sodero non può non suscitare che amarezza, sconcerto, indignazione. Nell’augurarci che l’interessato possa liberarsi al più presto delle accuse a suo carico e nel ribadire che l’Assessore Sodero nulla ha a che vedere con la vicenda non possiamo esimerci da alcune riflessioni. Nulla è cambiato nella gestione dell’accoglienza ai migranti e alla lotta al caporalato con l’amministrazione Mellone. Solo vuoti slogan serviti ad avere qualche minuto di notorietà. Patetici tentativi di far ricadere colpe sulle passate amministrazioni dimenticando le attuali responsabilità perché il Sindaco di Nardò oggi si chiama Pippi Mellone. Il dibattito apertosi sulla opportunità delle dimissioni dell’Assessore Sodero rischia di far perdere di vista il problema reale. Ovvero il fallimento della politica del Sindaco Mellone e del suo “amico” Emiliano nella gestione dei migranti. Non vi è alcuna legge scritta che impone le dimissioni di chicchessia. Ma in politica esiste una legge molto più importante che è quella morale. Purtroppo disattesa dai più. Ed è a questa legge che deve richiamarsi l’Assessore Sodero. Ma al tempo lo stesso l’ Assessore corre il rischio di diventare il capro espiatorio di una vicenda della quale Lei è solo uno dei protagonisti. Il fallimento è del Sindaco Mellone ed è Mellone che dovrebbe trarne le debite conseguenze.
Centro Studi “Salento Nuovo”
Lucio Tarricone