Se ad organizzare il mega evento fosse stato Marcello Risi, Pippi Mellone ed i suoi avrebbero inveito contro, esattamente come oggi fanno i detrattori della corrente amministrazione. Ma questo è ciò che resta della politica (il gioco delle parti) ed io non ne sono affatto interessato.
Ma ho partecipato a questa kermesse, annoiandomi oltre misura. Basti pensare che solo Gigi D’Alessio, suonando dal vivo il pianoforte, mi ha restituito un flebile ricordo di ciò che la musica fosse, prima che l’evento iniziasse.
Per il resto ho assistito all’ennesima consacrazione dello show business… Le industrie discografiche, di concerto con i gestori di radio e televisioni, indirizzano il gusto del pubblico, visto solo come consumatore. Forse un tempo il dibattito politico si sarebbe soffermato sulla scelta ideologica di un evento, sul suo significato educativo, sul suo valore sociale. Oggi non accade niente di tutto questo.
“Battiti live” rappresenta l’ennesima vetrina allestita da imbonitori, dove l’artista (il musicista) viene sempre più marginalizzato.
Ho provato un senso di profonda amarezza, tornato a casa. Ho potuto rifarmi grazie a Youtube. Ho ascoltato grandi interpreti, più o meno conosciuti. Ho ascoltato i suoni degli strumenti musicali e non la loro sintesi.
Ma questo è il mondo, oggi: liquido, per dirla alla Bauman.
Niente più spazi di riflessione. Niente più spazio per l’arte. Solo per il mercato.
Niente di niente. E ci si emoziona per una festa fatta di niente…
(Alfredo Ronzino)