GESTIRE L’ACCOGLIENZA A BONCURI, UN PROTOCOLLO CHE FA PENSARE
Il Protocollo d’intesa in materia di lavoro stagionale e contro il caporalato e lo sfruttamento lavorativo in agricoltura “Cura-Legalità-Uscita dal ghetto”, sottoscritto nei mesi scorsi dalle istituzioni e gli enti coinvolti nella gestione di Masseria Boncuri è un atto importante, un passo avanti verso la legalità.
Prefettura di Lecce, Regione Puglia, Comune di Nardò, associazioni degli imprenditori agricoli, sindacati ed associazioni che si occupano di accoglienza e contrasto all’illegalità sono stati finalmente coinvolti, tutti insieme, per contrastare quello che nelle nostre campagne è un fenomeno gravissimo e non più tollerabile.
Il protocollo che affronta la questione dell’accoglienza e dell’integrazione dei lavoratori stagionali immigrati, dell’istituzione di presidi medico-sanitari, del trasporto gratuito della manodopera nei luoghi di lavoro, nonché della promozione di “legalità e sicurezza nei rapporti di lavoro rappresenta un segnale chiaro a chi vuole operare nell’illegalità e speculare sullo stato di necessità di tanti lavoratori immigrati.”.
A ciascun Ente sono stati assegnati specifici compiti e funzioni. La Regione Puglia ha finanziato i moduli abitativi ( 80 container contenenti 4 posti letto ciascuno), il Ministero dell’Interno ha stanziato 60mila euro per la realizzazione di un sistema di videosorveglianza, l’acquisto di 300 letti e dei contenitori dell’acqua potabile, il Comune di Nardò ha messo a disposizione la sua masseria Boncuri (fabbricati e terreni adiacenti) oltre a 20 tende da campo per un totale di 160 posti letto, l’Asl di Lecce si è fatta carico dell’assistenza sanitaria e degli interventi prevenzione, le associazioni datoriali hanno il compito di spianare e pulire l’area circostante, la Provincia di Lecce, attraverso il Centro per l’impiego, ha predisposto l’attivazione di uno sportello operativo a disposizione dei migranti che potranno trovare anche il sostegno e l’affiancamento delle organizzazioni sindacali, i datori di lavoro si sono impegnati ad attingere lavoratori dalle liste del Cpi. Il progetto vede anche la collaborazione di Cassa Amica, Caritas, Cooperativa sociale rinascita, Consiglio italiano per i rifugiati, Istituto di Culture mediterranee e Protezione civile che controllerà gli accessi in Masseria. Nelle azioni di contrasto al lavoro nero, prevenzione e ordine pubblico sono coinvolti direttamente l’ispettorato territoriale del Lavoro, lo Spesal, Inps, Inail e le forze di polizia locale.
Il protocollo che, da quanto si legge, è immediatamente esecutivo sarà valido anche negli anni a venire perché il fenomeno del caporalato ha una portata tale da richiedere interventi di lungo corso ed ampio raggio.
La realizzazione di un così elevato numero di moduli abitativi che comporta di fatto l’occupazione permanente della vasta area agricola adiacente la masseria Boncuri fa però nascere alcuni dubbi.
Dopo l’inaugurazione di ieri da parte del Presidente della Regione Puglia dell’intero complesso, in un periodo in cui i lavoratori stagionali presenti sono ormai molto pochi, in maniera maliziosa ma non troppo, viene il sospetto che il “villaggio dell’accoglienza” in caso di emergenza possa diventare un ricovero di cittadini stranieri entrati in maniera irregolare in Italia e quindi essere destinato a Centro di primo soccorso e accoglienza (Cpsa), Centro di accoglienza (Cda) e centro di accoglienza per richiedenti asilo (Cara). Il protocollo sottoscritto che non contiene in merito alcuna precisazione fa molto pensare. Non vorremmo che si cadesse dalla padella nella brace. Il comune di Nardò in tal caso perderebbe completamente la possibilità di utilizzare l’intero immobile di Boncuri. L’Amministrazione comunale dovrebbe farsi carico di questo forte dubbio e dare risposte convincenti alla città.
Rino Dell’Anna