L’ERA MELLONE: TRANSUMANZE, ANNUNCI, AUTOCELEBRAZIONI, GRAZIOSITÀ E SCOPIAZZATURE. A QUANDO L’AMMINISTRAZIONE DELLA CITTÀ?
L’amministrazione Mellone si sta caratterizzando ogni giorno di più per le scelte censurabili di cui si sta rendendo protagonista e per la continua attività di auto santificazione, nonostante gli scandalosi e continui cambi di casacca, nonostante le baraonde nella composizione della giunta e nelle attribuzioni delle deleghe assessorili e malgrado gli infortuni non soltanto legali che hanno coinvolto esponenti di spicco della giunta (offese intollerabili ai cittadini di Nardò; rinvio a giudizio del vicesindaco; congiunto di assessore coinvolto in una vicenda giudiziaria di caporalato e di sfruttamento di lavoratori migranti).
A tal proposito, dopo la formale recentissima giubilazione di De Tuglie, Mellone avrebbe il dovere “andare oltre” (è il caso di dire) e licenziare dalla giunta la nuora “inconsapevole” dell’imprenditore agricolo indagato e il vice sindaco, oggi rinviato a giudizio. Ma, a quanto pare, in fatto di legalità e trasparenza, Mellone applica la doppia morale in favore dei suoi amici e sostenitori.
E al di là delle soluzioni mirabolanti, annunciate da Mellone e dai vertici regionali, ma finora prive di concretezza, relative alla gestione dei reflui fognari di Porto Cesareo e Nardò, per i quali l’unica cosa certa è che continueranno ad essere scaricati sotto gli scogli di Torre Inserraglio, l’unico atto sciaguratamente tangibile di un’amministrazione inadeguata riguarda l’approvazione della ignobile lottizzazione nell’uliveto monumentale della Sarparea (da notare che, sia per la questione fogna che per la Sarparea, Mellone e i suoi si sono scagliati contro furiosamente quando erano all’opposizione: oggi, potenza della poltrona!).
Per il resto, le uniche operazioni serie a cui si è accostata l’attuale amministrazione comunale sono costituite da scelte dei precedenti amministratori: il bilancio di previsione 2016 (integralmente copiato da quello dell’amministrazione di centrosinistra) e il Piano Comunale delle Coste deliberato dalla giunta Risi, per il quale vanno rimarcati sia il valido lavoro svolto dai tecnici incaricati da quella giunta sia l’impegno appassionato dei componenti di quella maggioranza, teso responsabilmente a perseguire un dignitoso equilibrio fra la salvaguardia dell’ambiente costiero e le occasioni di sviluppo rappresentate da installazioni balneari amovibili sul litorale neritino. Circa il lavoro dal quale scaturì il Piano Coste, va anche ricordato che la caparbia difesa, attuata da Maurizio Leuzzi (assessore dell’epoca) della piena competenza del Comune di Nardò a programmare lo sviluppo del suo territorio, dovette fronteggiare le indeterminatezze prodotte dall’evolvere lento della normativa regionale. Le incompletezze (poi sanate a distanza di tempo) di quella normativa provocarono un rallentamento dell’iter relativo all’adozione del Piano Coste da parte del Comune di Nardò e lasciarono spazi per l’autonoma legittima iniziativa di alcuni imprenditori. Nonostante tali difficoltà, proprie delle fasi iniziali di provvedimenti straordinari, il Piano Coste adottato dalla giunta Risi ha confermato da subito e nel tempo la sua validità. Infatti, le procedure per le assegnazioni oggi in corso sono state avviate sulla base del Piano a suo tempo adottato da quella giunta e l’unico sito già concesso è stato assegnato in forza della procedura conclusa dalla medesima prima dell’approvazione definitiva del Piano.
Rino Giuri, Coordinamento cittadino MDP Art.1