SAN LEOPOLDO A NARDÒ, PATRONO DEI MALATI ONCOLOGICI

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Padova non è solo la città del “Santo senza nome”, Antonio.

A pochi metri dalla Basilica, quasi nascosto, vi è un piccolo convento di frati cappuccini adiacente alla Chiesa della Trasfigurazione, oggi Santuario di San Leopoldo Mandic.

L’umile frate cappuccino nasce il 12 maggio 1866 a Castelnuovo di Cattaro (attuale Montenegro).

Coltiva da sempre nel cuore due propositi: essere missionario in Oriente, per avvicinare i fratelli ortodossi, ripristinando l’unità della Chiesa, e diventare confessore misericordioso e buono con i peccatori.

Il “vento di Dio” gli permette di realizzare solo la seconda aspirazione, dedicando la sua vita all’accoglienza e all’ascolto dei fedeli nel suo piccolo confessionale.

Colpito da un terribile tumore all’esofago, si spegne all’alba del 30 luglio 1942.

Papa Francesco nel 2016 ha voluto il corpo di San Leopoldo, insieme a quello di San Pio da Pietrelcina, a Roma in occasione del Giubileo della Misericordia.

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Nel gennaio 2020 egli è stato riconosciuto dalla Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti “Patrono dei malati oncologici”.

Con grande gioia la Chiesa di Sant’Antonio in Nardò si prepara ad accogliere la Reliquia autentica del Santo cappuccino, venerdì 30 luglio alle ore 20.00 con la Celebrazione del Transito. 

Sabato 31 la Chiesa resterà aperta dalle ore 9.00 alle ore 12.00 e dalle ore 17.00 sino a tarda serata per la venerazione dei fedeli.

Alle ore 19.30 Solenne Celebrazione Eucaristica con la partecipazione delegazioni neretine ANT (Assistenza Nazionale Tumori) e LILT (Lega italiana per la lotta ai Tumori).

Le offerte raccolte saranno devolute alle due associazioni cittadine impegnate nella prevenzione e nell’assistenza domiciliare degli ammalati oncologici.

Il reliquiario contiene un frammento osseo del avambraccio destro che tante volte il Santo ha sollevato nel sacramento della riconciliazione per elargire la Misericordia del Signore.

Invochiamo l’intercessione di San Leopoldo perché possa ancora alzare il suo braccio e benedire la nostra Città, le nostre famiglie, le nostre comunità e particolarmente quanti provati dalla sofferenza a causa della malattia.