Il coordinatore del Parco di Portoselvaggio e Palude del Capitano Mino Natalizio ha scritto al sindaco Pippi Mellone chiedendo di valutare la possibilità di proporre l’istituzione di una nuova Area Marina Protetta nel tratto di mare prospicente il Parco, oggetto della richiesta di ampliamento dell’attuale Area Marina Protetta di Porto Cesareo. Ciò nel caso in cui la richiesta stessa non dovesse concretizzarsi in un risultato.
Nella missiva Natalizio ricostruisce i fatti degli ultimi anni. Nel 2007, in qualità di assessore all’Urbanistica e Ambiente, propose egli stesso l’ampliamento dell’AMP al tratto di mare prospiciente il Parco Naturale Regionale di Portoselvaggio e Palude del Capitano. L’istruttoria tecnica per l’aggiornamento dell’AMP si concluse con il parere favorevole del 6 maggio 2010 della Conferenza Unificata, nonostante il parere negativo del solo Comune di Porto Cesareo. Questo, nonostante l’allora Direttore Generale del Ministero dell’Ambiente avesse invitato il Comune di Porto Cesareo ad esprimersi favorevolmente in sede di Conferenza Unificata, adducendo, tra le altre, come motivazioni che l’istruttoria tecnica preliminare durata oltre due anni, “ha consentito di acquisire elementi conoscitivi ritenuti più che sufficienti a formulare la proposta di ampliamento e che l’istruttoria risponde alle esigenze di aggiornare l’AMP a quasi 12 anni dalla sua istituzione, in un’ottica di gestione dinamica ed adattativa”. La normativa inoltre, come sottolineato all’epoca dallo stesso Direttore, stabilisce che ad esprimere parere (peraltro non vincolante) siano i Comuni territorialmente interessati, che nel caso di specie è il Comune di Nardò, riguardando l’ampliamento esclusivamente un tratto di mare antistante la sola costa di Nardò. Soprattutto, la stessa nota ministeriale evidenziò come la proposta di modifica dell’AMP sia stata dettata dalla necessità di prevedere misure di tutela adeguate alla conservazione dei fondali prospicienti la costa di Portoselvaggio, di rimarchevole valore naturalistico.
“Ebbene – scrive Natalizio – a questo invito il Comune di Porto Cesareo non solo non ha aderito, dando parere sfavorevole in sede di Conferenza Unificata, ma è addirittura andato oltre, opponendosi al Tar Lazio contro l’esito favorevole della stessa Conferenza. Oggi poi leggiamo le dichiarazioni del sindaco Albano (che definisce impreparati gli altri) che contrastano con quanto riportato dalla nota del Direttore del Ministero dell’Ambiente, che non lasciano presagire nulla di buono rispetto alla conclamata (anche dal Ministero) necessità di tutelare il mare antistante Portoselvaggio. Quindi Sindaco, Le chiedo, nel caso in cui dall’assemblea dell’AMP di cui ha richiesto la convocazione per trattare l’argomento dell’ampliamento, dovesse uscire il solito “nulla di fatto”, di valutare la possibilità di attendere l’approvazione definitiva (che avverrà a breve, visto che manca il solo passaggio al Senato) del Disegno di Legge di modifica della legge quadro sulle aree protette 394/91 e di proporre, in base all’art. 18 di questa legge, l’istituzione di una nuova AMP laddove si era chiesto l’ampliamento di quella di Porto Cesareo. Vista l’istruttoria finora svolta, la benevolenza del Ministero, i tempi non dovrebbero essere troppo lunghi per produrre le necessarie integrazioni previste dalla prossima nuova legge e Porto Cesareo non verrebbe interessato”.
Ma le considerazioni di Natalizio non finiscono qui, perché proprio la prossima legge di modifica della legge quadro sulle Aree Protette prevede che gli Enti gestori delle Aree Marine Protette verificano, almeno ogni tre anni, l’adeguatezza delle disposizioni dei decreti istitutivi concernenti la delimitazione, le finalità istitutive, la zonizzazione e i regimi di tutela, nonché le discipline di dettaglio previste dal Regolamento dell’AMP, alle esigenze ambientali e socioeconomiche dell’area e, ove ritenuto opportuno, propongono al Ministero dell’Ambiente le necessarie modifiche al decreto istitutivo o al regolamento. “Questo significa – spiega ancora – che, a prescindere dall’ampliamento, gli organismi di gestione dell’AMP di Porto Cesareo e di Nardò (e prima di approvare il nuovo regolamento) debbano necessariamente rivedere la zonizzazione delle zone A (dove è perfino vietata la balneazione) che, alla luce di quanto sopra, non possono più coincidere con la spiaggia del Frascone e con quella di Lido dell’Ancora. Spiagge, quest’ultime, storicamente fruite dai bagnanti e che potrebbero essere zonizzate al più B o C. Naturalmente le zone A, a questo punto, dovrebbero essere ospitate nel mare di Porto Cesareo, visto che non si vuole l’ampliamento. Inoltre, sarebbe necessario, con l’occasione, prevedere una zona B che funga da cuscinetto dell’attuale zona A ricompresa nel mare di Porto Cesareo, dove attualmente, invece, troviamo direttamente una zona franca. Questo impedirebbe interferenze nella salvaguardia e tutela delle biodiversità presenti nella zona A, come è accaduto, a mio avviso, con la recente tappa del campionato del mondo di aquabike tenutasi proprio nella zona franca”.