PD-5STELLE: LE CONSIDERAZIONI SULL’INTESA
“Direttore, vorrei gentilmente, ed in punta di piedi, inviarle alcune considerazioni sull’intesa o accordo, o meglio coalizione governativa Pd-5Stelle”.
In questi giorni di crisi di governo abbiamo letto sui giornaloni che contano, e ci siamo quasi ubriacati, di critici un po’ sprezzanti contro questo accordo, e tanti a favore. Entro subito nel merito, Ad es. “Il Sole 24 ore”, che con il Conte 1 teneva una condotta bassa, oggi quegli industriali esultano e tirano un respiro di sollievo. Una volta quando la Confindustria gioiva per i governi amici, di certo gli operai non facevano altrettanto. Anzi, dovevano prepararsi ad un autunno caldo.
E infatti, quelli che sembrano spariti, o messi pressoché in ombra, sono i commenti e giudizi della gente comune, giovani, operai, impiegati, pensionati, i senza lavoro, che hanno dato consenso per 11 milioni di voti, il 4 marzo 2018, all’unico Movimento che pensavano fosse una speranza in un’Italia corrotta, senza guida sicura, dove i settori chiave erano, e sono ancora, in mano al Pd e alla destra. Si trattava, da parte di Di Maio e altri portavoce, di fare delle scelte politiche coraggiose, senza svendere nulla della credibilità, idee e del programma.
Purtroppo, le vicende di questi mesi e finanche i flussi elettorali delle ultime elezioni europee dimostrano che era una pia illusione, per non dire colpevole connivenza, quella dei settori di sinistra o ex sinistra di classe che hanno sostenuto, apertamente o surrettiziamente, i pentastellati. Così come è una pericolosa leggenda l’esistenza di settori progressisti o di sinistra nel M5S.
In questi giorni ho rivisto il film “L’ora più buia”. Un capolavoro, su Winston Churchill. E quello che mi ha colpito di più di questo bellissimo film di Joe Wright è la scena ambientata sul vagone della metropolitana di Londra. Quando per caso, il promo ministro, si ritrova davanti i suoi elettori, o presunti tali.
Qualcuno ha scritto “Questa storia, pur legata al passato, risuona ancora fino ai nostri giorni. Troppo spesso, i nostri ‘leader’ seguono le scelte altrui. In questo caso, decisioni prese in un mese hanno avuto ripercussioni globali. Churchill aveva già chiaro quale decisione prendere nei confronti della Germania nazista, e degli invasori. Ma comunque segnandosi, su una scatola di fiammiferi, uno ad uno le opinioni contrarie alla resa verso il carnefice alemanno, citò gli stessi cittadini nel parlamento londinese per fortificare, e non giustificare, la sua idea di uomo politico a cui Re Giorgio aveva dato tanta fiducia. E quella scelta fu vincente, e cambiò le sorti della storia. Non faccio nessun tipo di considerazione per quanto sta accadendo in politica, ma dico solo che per questi giganti della politica internazionale le opinioni e le idee del popolo contavano.
Maurizio Maccagnano
Sindacalista dissidente