– Di Gabriele Calignano –
L’ipocrisia di coloro che gridano al fascismo, quando, dopo quanto accaduto negli ultimi anni e in periodi ancor più remoti, non hanno avuto il coraggio di dissentire, è la stessa di chi, prima di intraprendere un discorso, si assicura di poter distribuire patenti antifasciste, rilasciando concessioni per proseguire la conversazione.
Dove eravate quando cittadini liberi venivano bersagliati dai media, sia in televisione che sui giornali nazionali? Dove eravate quando le classi lavoratrici venivano brutalmente vessate? Dove eravate quando la Costituzione italiana, la carta suprema dello Stato, veniva ridotta a un mero pezzo di carta straccia? E quando vi hanno spogliato di ogni sovranità – popolare, economica, politica, militare?
Non avete reagito quando le libertà individuali venivano calpestate, quando venivano imposti obblighi assurdi e ingiustificati, violando diritti considerati inalienabili.
Ipocrita è colui che grida “no alla guerra” e poi vota per fornire armi e denaro per alimentarla.
La politica liberticida che si è manifestata nel tempo e il neoliberismo imperante disprezzano la sovranità popolare, calpestano le libertà e, soprattutto, rifiutano la capacità di pensare in modo diverso.
La divisione è la linfa vitale di questo potere.
Le famiglie devono essere disgregate, dissolte senza appello, secondo le loro logiche distorte.
La realtà che ci circonda è ben diversa da quella costruita in laboratorio dai principali media mainstream, che, anziché svelare ciò che il potere tende a nascondere, agisce da megafono per il potere stesso.
È compito di ogni cittadino prendere posizione e rompere il silenzio, per costruire le condizioni di una nuova stagione politica che lasci alle spalle le ideologie novecentesche, strumentalizzate nel tempo per dividere e alimentare una dissonanza cognitiva tale da ostacolare l’attuazione sostanziale dei principi democratici.
Uscire dal cortocircuito del pensiero unico dominante è vitale.
Le coscienze sono state soggiogate da demagoghi senza scrupoli, le persone tradite, deluse ed escluse.
È giunto il momento di abbandonare queste inutili e fuorvianti ossessioni.
Il “fascismo” odierno è ben altro, rintracciabile nella ingannevolmente bonaria propaganda di regime, che proclamando l’antifascismo in assenza di fascismo, nasconde le vere problematiche del Paese.
Dunque, non deve essere confuso con quel regime che è morto ottanta anni fa, una follia che giusto qualche stolto, prova a risuscitare in parate allegoriche fini a sé stesse.
È tempo di riprendere in mano le redini del nostro destino.
