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LA POLIZIA LOCALE SEQUESTRA AGRITURISMO CON PISCINA, 5 PERSONE INDAGATE

L’accusa “lottizzazione abusiva”. Fabbricato realizzato in violazione delle norme urbanistiche

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Un agriturismo con sette alloggi autonomi e una grande piscina sono stati posti sotto sequestro dal Nucleo di Polizia Edilizia della Polizia Locale, su disposizione del Sostituto Procuratore della Repubblica di Lecce Patrizia Ciccarese. Cinque sono le persone indagate, tra cui i proprietari dell’immobile, l’amministratore della società che gestisce l’attività, il tecnico progettista e un ex dirigente dell’ufficio tecnico comunale. Per tutti l’accusa è di “lottizzazione abusiva”.
L’attività nasce da una complessa attività d’indagine, su delega del sostituto procuratore Patrizia Ciccarese, iniziata nel mese di marzo congiuntamente ai tecnici comunali dell’ufficio Urbanistica e Ambiente. Dall’analisi dei documenti e dalle risultanze dei sopralluoghi effettuati, è stata riscontrata la realizzazione di un fabbricato, utilizzato e destinato esclusivamente come residenza turistica, attraverso la trasformazione urbanistica di terreni a scopo edificatorio in evidente violazione delle norme urbanistiche del Comune di Nardò e, quindi, una progressiva lottizzazione abusiva. L’autorità giudiziaria, acquisita l’informativa, ha richiesto (e ottenuto nei giorni scorsi) al Gip la misura del sequestro preventivo per tutta l’area, comprese le strutture presenti.
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Si evidenzia che essendo il procedimento penale ancora nella fase delle indagini preliminari, le persone segnalate sono da ritenersi sottoposte alle indagini e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva.
“Il controllo del territorio – spiega il comandante della PL Cosimo Tarantino – è un’attività che rientra nell’ambito dei compiti che la Polizia Locale svolge costantemente per la tutela del territorio, con particolare attenzione alle aree naturalisticamente sensibili, che sono quelle maggiormente soggette ad abusivismo e speculazioni edilizie. L’illecito è un fenomeno complesso che trascende il solo aspetto urbanistico, perché altera irreversibilmente il paesaggio e l’equilibrio ecologico, oltre che costituire una forma di mancato rispetto della comunità. Combattere l’abusivismo significa non solo ripristinare la legalità, ma anche tutelare il futuro delle nostre città e del nostro vivere comune. È fondamentale, pertanto, promuovere una cultura del rispetto e della responsabilità, dove le scelte siano guidate dalla sostenibilità e dalla valorizzazione del patrimonio collettivo”.