L’OPERA “LA BESTIA UMANA” DI ORONZO GARGIULO TRASFERITA AL MUST
Si trova da questa mattina al Must – Museo Storico della Città di Lecce l’opera scultorea in gesso, “La besta umana”, dell’artista leccese Oronzo Gargiulo. Presentata per la prima volta nel 1894 alla Triennale di Milano e l’anno dopo alla Mostra Nazionale di Roma, raffigura un uomo condannato ai lavori forzati, in catene, colto in un attimo di riposo. È probabile che sia stata ispirata dall’omonimo romanzo di Émile Zola, pubblicato nel 1890.
La statua, dalle dimensioni di poco maggiori del vero, divenne famosa nelle esposizioni internazionali all’epoca della sua realizzazione e in quella di Roma del 1895 riportò il primo premio assegnato ai “lavori di grande concetto”. Fu donata dall’autore al Comune nel 1898 per l’inaugurazione del Museo Civico ospitato all’epoca nel Sedile. Notevole esempio di arte verista, mirabile nell’esecuzione, negli ultimi decenni, è stata custodita all’interno dell’Istituto comprensivo Dante Alighieri da dove oggi è stata prelevata per trasferirla al Must. Qui, nei prossimi mesi, sarà oggetto di un restauro in un ambiente dove potrà essere visibile anche ai visitatori del museo.
Gargiulo, allievo all’Istituto di Belle Arti di Napoli del maestro Achille d’Orsi, fu scultore fra i più promettenti della sua generazione, prolifico nella produzione anche di teste e statuette in bronzo, interrotta sola dal sopraggiungere della malattia mentale che lo portò alla morte nel 1917, a 48 anni, nel manicomio di Aversa.
«Questo trasferimento, avvenuto dopo l’ok della Soprintendenza, ci permetterà – dichiara l’assessora alla Cultura Fabiana Cicirillo – di riaccendere un faro, dopo quanto fatto con Marianna Elmo e Francesco De Matteis, su un altro artista leccese, di scuola napoletana, che visse a cavallo fra XIX e XX secolo, molto apprezzato dai suoi contemporanei anche fuori dai confini nazionali, ma molto sfortunato e morto in manicomio. Un altro tassello nella missione di recupero e valorizzazione della memoria dei nostri artisti locali che abbiamo voluto dare al Must dopo il restyling e la riapertura dello scorso anno. Gargiulo fece un atto di grande generosità donando la sua opera al tempo più famosa al museo civico della sua città natale. Portarla al Must, che è l’erede naturale del museo civico di allora, è un modo per dar seguito alla volontà dell’autore a più di un secolo di distanza».